martedì 3 luglio 2007

Ryan McGinley - Interview (italian)

Entro nella galleria, bianca, vuota con appese alle pareti quindici foto del fenomeno fotografico del momento Ryan McGinley. Mi viene in contro un ragazzo alto, magro, indossa una felpa grigia con cappuccio, una camicia a scacchi alla Kurt Cobain, un paio di jeans e un cappellino da baseball: "Ciao. Piacere di conoscerti sono Ryan". Ci sediamo sul pavimento in fondo alla galleria sotto una foto di un ragazzo di spalle nel mare islandese. Ryan mi sorride e ti mette subito a tuo agio e dopo pochissimo iniziamo a parlare di arte, musica, vita, crack, pornografia, omosessualità e di Macaulay Culkin.

E' la prima volta che vieni a Milano?
Sì e la mia prima volta.

Sei andato da qualche parte?
Sì la prima sera sono andato in un club davvero terribile che si chiama "The Black". Sono venuto da New York con cinque miei amici alcuni di loro sono gay altri no, quindi stavamo cercano un locale mix e ci hanno suggerito il The Black e quindi abbiamo detto perchè no? Invece una volta entrati nel locali c'erano solo ragazzi pompati che ballavano musica commerciale a torso nudo. E' stato terribile però mi sono divertito facendo un sacco di foto chiedendo ai ragazzi di mostrami i loro muscoli per una foto.

So che tu hai stampato,impaginato e rilegato a mano il tuo primo libro di foto "The Kids Are All Right". Mi racconti com'è andata?
Non ho studiato fotografia ma ho studiato graphic design, poi ad un certo punto mi sono reso conto che non era quello che volevo fare proprio nel momento in cui Subito cominciavo ad interessarmi di fotografia continuando a fotografare i miei amici fino al punto in cui mi accorsi di avere tantissime foto. Mi documentai sul lavoro di altri fotografi guardando i loro libri ed alla fine mi sono detto: "Anch'io voglio avere un libro di mie foto, ma nessuno all'epoca non sapeva chi fossi così decisi di farmelo da solo. Nella scuola di graphic design usavo molto il computer era il 1997/98 quindi decisi di scannerizzare ogni mia foto, d'impaginarla e di rilegare a mano il mio primo libro. Era composta da 50 pagine e ne feci circa 150 copie, mi ci volle un sacco di tempo.

Alla fine a chi lei hai date?
Le ho spedite a tutti quegli artisti che ammiravo e a tutti quei giornali per cui avrei voluto lavorare.

Chi è stato il primo a contattarti?
I primi che mi hanno contattato sono stati quelli di Index magazine, ero davvero contento perchè era di quelli per cui volevo lavorare, tra gli altri c'erano anche I-D e Purple. Così iniziai a lavorare per loro e la figata era che fin dall'inizio sono sempre stato libero di scegliere chi fotografare senza alcun limite. Così decisi di fotografare un mio caro amico che ha recitato in "Kids". Dopo cinque mesi che lavoravo per loro mi hanno detto: "Dato che hai già un libro pronto te lo pubblichiamo noi."
Quindi il libro che ti hanno pubblicato è identico a quello che hai stampato tu manualmente?
Sì. E'molto simile.

Il messaggio che a volte si percepisce osservando le tue foto è quello di una giovinezza che va vissuta ed immortalarla in ogni suo attimo. E' questa una delle cose che cerchi di comunicare?
Sì. Direi che questo è metà di ciò che cerco di comunicare il mio mondo la cultura giovanile di cui faccio parte, ed altre invece sono mie idee e punti di vista che cerco di comunicare con la fotografia. quindi alcune di esse sono scatti di ciò che sto vivendo altre invece sono immagini mentali che ho e che poi cerco di ricostruire nella foto. Quello che però vorrei è che le persone non siano in grado di cogliere quali sono state ricostruite e quelle no. L'importante per me è la sensazione che ne deriva che scaturisce, che faccia riflettere. Alcune foto sono molto spontanee,altre sono da me molto controllate e se vuoi in un certo senso costruite ed altre infine sono scatti di vita reale come quella del ragazzo che è svenuto sul divano.

Penso che ciò che ti allontani da altri fotografi sia il fatto che tu viva un rapporto molto forte con le persone che stai fotografando piuttosto che osservarle in maniera distaccata attraverso la macchina fotografica. E' per questo che le tue foto sembrano così personali come se tu stessi rivelando al mondo immagini della tua vita?
Tutte le foto sono molto personali, sono tutti momenti della mia vita che ho visto mentre stavano accadendo, ma con quensto non voglio dire che se per caso non abbia scattato quel determinato momento io non possa tornare indietro e rifarlo accadere di nuovo. E tutte le persone che fotografo sono miei cari amici, persone a cui sono molto legato ecco perchè venendo a Milano ho portato con me cinque tra i miei più cari amici. Quello che vorrei dire è che non sono come molte persone pensano un tipo che va in giro a scattare la sua vita ed a volte becca la foto giusta.E' vero che la maggior parte del tempo ho la mia macchina fotografica con me, ma so esattamente cosa sto facendo quando scatto e so qual'è l'immagine che ho in mete di fare. E fare questo tipo di foto che faccio non sono semplici da fare come sembra.
So che hai un'enorme collezione di Polaroid, quante sono?
Sono circa ottomila. E' un progetto parallelo che sto seguendo dal 1998, la maggior parte sono persone che sono passate nel mio appartamento, o a feste di amici in Down Town Manhattan, la maggior parte sono foto di artisti, musicisti, scrittori, poeti e Skateboarders.

Mi spieghi questa tua ossessione per i graffiti?
Non lo so e il fatto è che non mi fanno neppure impazzire, probabilmente mi piace il fatto di occupare uno spazio pubblico, di farlo tuo. Mi piace l'idea di ribellione che è un tema ricorrente anche nei miei lavori ecco perchè si possono vedere giovani che si fumano le canne, che fanno tutto ciò che i genitori gli hanno sempre detto di non fare come; spruzzare i muri di vernice, di ubriacarti fino a collassare, a sniffare cocaina. Sono cose che mi hanno sempre affascinato fin da ragazzino. Fare tutto quello che tu non dovresti fare.

Un altro tema ricorrente nelle tue foto è l'omosessualità vista in modo molto naturale...
Già, come ho potuto dimenticarmi; i ragazzi sono fortementi rappresentati nelle mie foto, anche le ragazze, ma di gran lunga i ragazzi. Non parlerei di fotografie omoerotica, forse come hai detto tu la mia è una visione più naturale, più tenera. Anche i due ragazzi distesi nel letto non c'è bisogno di far vedere di più; ognuno è in grado di crearsi il proprio scenario.

E' vero che pensi che gli omosessuali sia geniticamente superiori rispetto agli eterosessuali?
Sì. Ne sono convinto. Non so da dove mi sia venuta questa cosa. Mi ricordo che stavo discutendo con un mio amico etero circa questa cosa. Lo dissi per scherzo, ma penso che in ogni scherzo ci sia un pò di verità. Ed ora ne sono profondamente convinto. I gay sono più brillanti, socievoli hanno una visione più aperta sulla vita. Con i miei amici scherziamo sulla possibile esistenza di una mafia gay che controlli il mondo eterosessuale.

In alcune delle tue foto ci sono dei cantanti famosi come i Mum, Casey Spooner, Andrew WK o il cantante dei Sigur Ros è stata una tua scelta voluta o te l'hanno proposto?
E' stata una mia decisione.Ho la fortuna di lavorare per delle riviste che mi lasciano libera scelta io gli faccio delle proposte su chi vorrei fotografare e se la cosa gl'interessa lo faccio.Ero molto interessato alla musica che fanno i MumPer quanto riguarda i Mum ero molto interessato alla loro musica e quindi volevo fotografarli. Il cantante dei Sigur Ros è un mio ex. Per Casey è stato un pò diverso noi ci conosco da sempre, ho visto il primo concerto di Fischerspooner in uno Starbucks di New York nel 1996, e quando un mio caro amico olandese mi ha chiesto se lo fotografavo per Butt magazine ho accettato subito. Anche Andrew WK è un mio amico e l'avevo fotografato prima che diventasse famoso. Ho quasi sempre fotografato persone che conoscevo o amici che passano per casa.

Quindi casa tua è un pò la nuova Factory di Andy Warhol?
Nessuno l'ha mai definita così, mi piace. Penso che potrebbe esserla. E' un casino a volte forse c'è un pò troppa gente, ma è divertente perchè facciamo un sacco di cose,con le persone che abitano con me facciamo uno spettacolo televisivo è una soap opera ambientata nel 2013, in cui noi recitiamo e la si può vedere solo con la cable in Manhattan. Un altro mio amico tiene un talk show chiamato Krills, che in slang significa Crack, infatti durante questo talk show loro fumano il crack e poi parlano da stonati.

Dopo Milano hai qualche altra personale in giro per il mondo?
Il 15 Novembre sarò a Parigi alla Gallerie Du Jour, il 7 Dicembre a Toronto ed il primo Febbraio al Whitney di New York. Sono molto eccitato di presentare i miei lavori al Whitney, penso che sarà allo stesso tempo molto divertente ed interessante vedere la reazione che avranno alcune persone che sono solite visitare il museo quando si troveranno davanti alcune delle mie foto più controverse; per esempio quella del ragazzo nudo, seduto che si tiene in mano la sua erezione. Mi piace l'idea che alcune persone, osservando le mie foto non capiscano perchè siano finite appese al Whitney e si chiedano costantemente: "Ma è arte questa o pornografia?" Vorrei poter spingere queste persone un pò oltre il loro chiuso modo di pensare. L'importante per me è che le mie foto piacciano o facciano schifo purchè provochino qualcosa in chi le sta osservando.

Hai qualche altra passione oltre alla fotografia?
Niente per me come la fotografia, però ho una passione per i miei amici, per i ragazzi e per la pornografia.

Sei un collezionista di filmati pornografici?
Sono un grande collezionista di film porno ne ho circa trecento, ma sono molto specifici devono rigorosamente essere della fine anni '60 o dei primi anni '70, dove i ragazzi erano molto magri, adoro quello stile. Collezione anche riviste porno sempre di quegli anni, dove i ragazzi hanno un'immagine gentile non quell'immagine stereotipata che hanno ora con i muscoli pompati, che trovo disgustosi. Ho anche dei filmati low budjet europei , sai quelli tipo fatti in casa girati con videocamere digitali, dove non c'è musica e senti solo ah, ah,ah,ahhhh! Mi piacciono queste cose a bassa qualità sono un pò più vere. Anche le mie foto hanno una bassa qualità, ma mi piacciono così sono più interessanti. Non è necessario avere l'ultimo super modello di macchina fotografica sul mercato per fare delle belle foto.

Che macchina fotografica usi?
Uso una Yashika T4. E scatto sempre in 35mm. Quindi quando sviluppo le foto sono piccole e poi faccio degli ingrandimenti. Mi piaciono le immagini grandi, fin da piccolo ne ero ossessionato collezionavo poster di musica, di sport ed ora voglio che le mie foto siano grandi.

Cosa pensi quando la gente parla di te come il nuovo Wolfgang Tillmans?
E'OK, non mi da fastidio, sicuramente i lavori di Wolfgang mi hanno inspirato, come per ogni artista penso che ci sia un precursore, qualcuno da cui prendere spunto da ciò che ha fatto e in seguito percorrere la propria strada. Penso che io e Wolfgang facciamo cose molto diverse anche a livello di idee, ci sono delle persone diverse, un tempo diverso e stati mentali diversi.

C'è qualcuno che non hai ancora fotografato e che vorresti?
Vediamo, vediamo chi mi piacerebbe fotografare? Vorrei fotografare Macaulay Culkin è il mio preferito. A New York con i miei amici lo seguiamo e fino a casa sua. Ci siamo più volte chiesti se sia gay e decisamente direi di sì. Mi piacerebbe tantissimo fotografarlo sono sempre stato ossessionato da lui fin dal primo momento in cui l'ho visto recitare in "Mamma ho Perso L'Aereo", penso che sia dannatamente sexy e vulnerabile.

Ryan vuole mostrarmi i suoi ultimi lavori non presenti alla mostra. Apre la scatola che tiene in mano con la cura che avrebbe un bambino nel momento in cui sta per mostrarti il suo tesoro. Osservo foto di ragazzi nudi nell'oceano di notte, degli Strokes mentre suonano alla radio City Music Hall, di Ryan che finge di dormire mentre un ragazzo gli appoggi i testicoli sul viso, di ragazzi con erezioni e nel momento della masturbazione. Sono foto più intense rispetto a quelle presenti alla mostra. Gli faccio i miei complimenti mentre lui mi commenta ogni singola foto con quella luce negli occhi che ha chi vive facendo ciò che ama.

Hai intenzione di mettere tutte queste foto in un nuovo libro?
Probabilmente uscirà un mio nuovo libro in gennaio e poi sto assemblando un libro di Polaroids, ovviamente non le metterò tutte ottomila,probabilmente ne metterò duemila, penso che sarà un libro molto alto.

Che cosa è importante per te?
La cosa più importante per me è divertirmi, io mi diverto tantissimo a fotografare. Mi piace la magia che riesco a creare nel momento in cui fotografo i miei amici. Anche quando gli chiedo di spogliarsi e loro mi rispondono: "Per che cazzo dovremmo toglierci i vestiti?" ma poi capiscono che lo facciamo solo per divertirci e quindi alla fine mi rispondono: "Perchè no?"

So che sei un caro amico di Bruce LaBruce, come vi siete conosciuti?
Sono sempre stato un fan dei suoi film, ho cominciato a guardarli fin da quando ero giovane. Ho visto "No Skin Off My Ass" quando avevo tredici anni, e ho pensato subito che fosse una figata, un film sugli Skins omosessuali, ero talmente giovane che non riuscivo a crederci all'esistenza di Skinheads gay. Così all'età di diciasette anni chiamai Bruce e gli dissi che imapazzivo per i suoi lavori e gi dissi di chiamarmi il giorno in cui fosse venuto a New York, così ci saremmo conosciuti. Lo conosco da sei anni e siamo diventati grandi amici. Bruce è un pazzo tutte e volte che viene a Manhattan parliamo di arte, andiamo alle mostre, alle feste ci divertiamo moltissimo. Penso che Bruce sia una delle persone più belle che io conosca.Ha una conoscenza sorprendente a 360°. Penso che sia bravissimo a lavorare in ambiti completamente differenti. La cosa che apprezzo di più in Bruce è il fatto che sa essere a suo agio ed è perfetto in qualsiasi circostanza. E' un ottimo interlocutore quando siamo ad una cena d'arte ed allo stesso tempo è un party animal quando siamo alle feste o casa di amici a fumare il crack. Bruce sta facendo un nuovo film che uscirà in ottobre ed io ed alcuni miei amici recitiamo la parte di alcuni terroristi, non faccio scene porno però.Sarà molto divertente..

Mentre Ryan mi chiede di uscire a fumare una sigaretta insieme, entra Mario Testino ci saluta e si presenta. noi restiamo seduti sul pavimento, lo osserviamo mentre si aggira come un ape regina da una foto all'altra di ryan, volano complimenti sul suo lavoro e sembra interessato ad acquistarle tutte. dice a Ryan di non sapere se è in grado di passare per l'inaugurazione, perchè:"Sai anch'io questa sera ho l'inaugurazione della mia personale, in un palazzo molto famoso di Milano." Ryan sorride ed io faccio lo stesso, anche se mi accorgo di farlo solo per circostanza. mentre Mario Testino ci cammina davanti nota per terra il retro copertina di una copia di I-D con la campgna Gucci, e non perde tempo ad informarci indicando il giornale con la punta di un mocassino di pelle nera:"Questa è la mia ultima campagna..." Ryan ed io ci guardiamo, non emettiamo parola, ma il messaggio è chiaro. Ci congediamo così da sua maestà Testino ed andiamo fuori a fumarci quella mezza sigaretta.

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