martedì 3 luglio 2007
Anthony Goicolea - Interview (italian/english)
Anthony Goicolea è un giovane artista di origini cubane che vive e lavora a New York. Le sue immagini fanno parte di quell’immaginario adolescenziale innocente e turbato che tutti abbiamo vissuto e con cui Anthony ama giocare proponendoci il tutto con grottesco narcisismo.
Nelle tue foto ti diverti con le fantasie infantili ed adulte, creando un grottesco senso di bellezza e innocenza. Ti sei ispirato alle tue ansie adolescenziali?
A volte. Ho attinto dal mio passato ma anche un po’ dal senso di falsa nostalgia che ha a che fare con le favole, la religione e il folklore. In verità non ho sperimentato gran parte delle attività in cui si prodigano i miei personaggi, ma in un certo modo sono parte della mia vita perchè derivano dalla fantasia, da racconti o dalla mia imaginazione.
Nelle tua raccolta “Detention Series” mostri degli adolescenti nel periodo prepubertà in atti di sperimentazione sessuale,di profanazione e cannibalismo me ne parli?
La sessualità e la sperimentazione spirituale, non sono necessariamente il tema centrale del mio lavoro, ma sono certamente presenti e mi piace trattarle in termini di un passaggio obligato. Mi sento come un giovane adolescente. L’adolescenza è un periodo molto imbarazzante della vita dove ti accorgi del sesso e di quello che è, ma tu non sei abbastanza attrezzato per farne qualcosa a riguardo. La pubblicità, la musica, la televisione e i film continuano a sbattertelo in faccia in modo molto glamour e controllato…ma non ti spiegano veramente cos’è. Si parla molto della trasformazione da bambina a donna, ma nessuno sembra parlare del rito di passaggio o del viaggio da bambino a uomo. Ricordo quando a scuola a educazione sessuale ci insegnavano tutto riguardo la fisiologia delle ragazze e che quando hanno il loro pirmo periodo, è perché sono diventate donne. In ogni caso non c’è mai stata menzione di una certa “cosa” o “segnale” che dichiarasse quando fossi diventato uomo. Forse per il fatto che sembro molto più giovane di quanto io sia in realtà , sono rimasto intrappolato tra l’infanzia e l’età adulta per un certo periodo di tempo. E poiché la nostra cultura sembra glorificare il culto della giovinezza, non ho avuto problema a vacillare avanti e in dietro tra le due per ottenere ciò che volevo.Molte culture dell’est hanno dei riti di passaggio, per esempio nella fede ebraica all’età di tredici anni c’è il bar mitzvahs per farti uscire nell’età adulta. Puoi guidare quando hai sedici anni, puoi aruolarti e votare all’età di diciotto anni e bere a ventuno, ma qual è l’età in cui ti accorgi che non sei più un ragazzo? E’ quest’indistinto periodo tra l’adolescenza a l’età adulta su cui mi sono concentrato. Perché la maggior parte dell’adolescenza è trascorsa nelle scuole e molti scenari prendono forma in queste ambientazioni rigide e controllate.
Una delle cose che mi diverte maggiormente nelle tue fotografia è la sensazione di pornografia e voyeurismo attraverso l’uso dell’autoritrattto. E’ strano ma è come se tu fossi il voyeur e l’esibizionista allo stesso tempo. Era questa la tua intenzione?
Sì, direi che è stato intenzionale. Mi piace confondere la linea tra temi diametricalmente opposti come il voyeurismo e l’esibizionismo, la violenza e la vulnerabilità, vittime e carnefici, bellezza e grottesco.
La tua serie di fotografie “You And What Army” è il tuo Villaggio Dei Dannati?
Sono influenzato da questi vecchi film di fantascienza dove i bambini sono la catalisi di qualcosa di ultraterreno. Mi sono piaciuti molto il Villaggio Dei Dannati, Poltergeist, Il Seme Del Male, Fire Starter o The Omen. Prendo ispirazioni da fonti molto differenti, ma mi piace quell’innocenza mischiata alla violenza che riguarda questi film.
Le tue fotografie sono molto più forti per il fatto che metti i tuoi cloni come se fossero scolari che stanno sperimentando al sessualità appenta scoperta, con lingue che si toccano, urinando, sputando, leccando. Questa volta quando i ragazzi si esplorano tra loro e come se eplorassero se stessi. Era questo il punto che volevi raggiungere?
Sino ad un certo punto sì.Mi interessano molto i corpi e i fluidi corporei, la scoperta di se stessi come l’idea di narcisismo e l’amarsi e l’odiarsi. Mi è sembrato un metodo logico di esplorazione.
Non credi che il fatto di ritrarti e moltiplicarti come un adolescente scolaretto e collocarti in quel genere di incidenti infantili, sia l’unico modo per mostrare aspetti di omosessualità, pedofilia e incesto senza essere pornografico? E’ per questo motivo che hai deciso di moltiplicare e usare te stesso come soggetto delle tue foto?
No. Non cerco necessariamente di essere provocativo o pornografico. Sto semplicemente mostrando le naturali curiosità e gli ambienti in cui i bambini vivono quotidianamente. L’adolescenza è un periodo molto intenso di transizione e modella chi siamo e chi diventeremo, anche se tutti sono così desiderosi di cancellare ricordi imbarazzanti della porpria pubertà. Sono più interessato a costruire situazioni psicologiche.
Nei primi anni 80 Cindy Sherman si fotografava come una scolaretta, hai mai preso spunto dai suoi lavori?
Mi piacciono davvero tanto i suoi primi lavori e non posso negare la sua influenza su di me e sul mondo della fotografia in generale. In ogni modo credo che abbiamo raggiunto scopi e stli differenti nel nostro lavoro.
Ciò che apprezzo è il senso d’innocenza che scaturisce dalle tue immagini nonostante siano provocative, come riesci a creare queste emozioni pure?
Penso perché sembrano universali fino ad un certo punto, per fortuna oltrepassano il concetto di essere solo provocative ed io spero che funzionino su diversi livelli emozionali in base a coloro che le osservano.
So che tu segui tutti gli aspetti delle tue fotografie: dal set creator, allo stylist, dal truccatore, al fotografo ed infine al tecnico digitale. E’ un grande lavoro, quanto tempo impieghi a creare una tua fotografia?
Mi piace seguire l’intero processo dall’inizio alla fine. Mi diverto molto nelle fase di costruzione del set ed in quella dello stylist, come anche quando vado a comprare delle parucche e poi le taglio ma sporatutto mi piace recitare un ruolo diverso in ogni scenario davanti alla macchina fotografica. Mi occupo anche del processo digitale mi piace avere controllo sulla composizione e la costruzione di un immagine nello stesso modo in cui mi piace dipingere. In genere il processo creativo di una foto si aggira intorno ad un mese, ma di solito lavoro a più progetti contemporaneamente, così non mi sembra mai che ci si metta così tanto a crearne una.
Come ci si sente ad essere definito il Peter Pan della fotografia?
Non mi piace. In verità non mi considero neppure un fotografo. Faccio anche molti video e durante gli ultimi due anni ho anche fatto un sacco di disegni. Ultimamente ho fatto molte installazioni usando disegni, video e fotografie in diversi spazi architettonici.
Hai mai avuto paura che alcune tue foto venissere male interpretate?
Non mi’interessa se accade. Non puoi essere sempre lì a spiegare tutto a tutti. Ad un certo punto devi lasciarti andare sperando che il lavoro parli da solo.
Ti senti ossessionato da te stesso e dalla vanità?
Probabilmente fino ad un certo punto ma come lo sono tutti. Soprattutto finchè i media non fanno altro che dirti come devi apparire al tuo meglio, seguire la moda e sembrare il più giovane possibile. Noi siamo spinti verso la vanità ma allo stesso tempo ci si aspetta un nostro rifiuto verso la vanità pretendendo che tutto sia il più naturale possibile. Il narcisismo equivale all’amore per se stessi, ma con questo arriva anche l’odio per se stessi ed i due si prendono gioco in modo molto comico e drammatico ed è questo che m’interessa esplorare. M’interessa la vanità come soggetto, ma non occupa un posto principale nella mi a vita di tutti i giorni se non come probabilmente accade per ogni persona.
Hai una fiaba preferita?
Adoro i fratelli Grimm.
ENGLISH
In your photographs you are playing childhood and adult’s fantasies, creating a great feeling of beauty, grotesque and innocent at the same time. Did you take inspiration of adolescent anxieties from your childhood?
Yes, sometimes. I draw on my past but also a since of false nostalgia that is related to fairy-tales, mythology, religion, folk lore, etc. I have not
actually experienced many of the activities in which my characters engage, but in some way they are part of my life either through fantasy, story telling, or just my imagination.
In your Detention Series you show prepubescent boys in sexual and emotional experimentation, like gravediggers and cannibals can you tell me something about it?
Sexuality and adolescent experimentation is not necessarily a main topic or theme in my work but it is of course present and I like to treat it more in terms of a right of passage. It almost is de-sexualized.I feel like adolescence, particularly early adolescence, is this really awkward time in your life where you are aware of sex and what it is, but you are not really equipped to do anything about it. Advertising, music, TV and movies
constantly throw it in your face in a very glamorized and controlled way....but they don't really explain it. There is a lot of work out there which discusses the transformation from girlhood to womanhood. However, no one seems to be talking about the rite of passage or journey from boyhood to manhood. I think that boys are particularly lacking in the whole rite of passage department, I know I was...... I remember being in school and going through sex ed in which we were taught all about a girls physiology and that when she gets her first
period, that is because she is becoming a woman. However, there was no mention of any sort of "thing" or "sign" that would dictate when I was becoming a man.
I think particularly because I look much younger than I actually am, I felt sort of stunted and caught in between boyhood and manhood for quite some time. And because in our culture seems to glorify the cult of youth, I had no problem wavering back and forth between the two in order to get what I wanted. Many eastern and middle eastern cultures have rites of passage, for example in the Jewish faith, there are bar mitzvahs at the age of 13 to usher you into manhood. But I feel like for the majority of boys growing up in the West (particularly America), there is no definitive demarcation. You can drive when you
are 16, you can enlist in the army and vote at 18 and drink at 21, but which age is it when you recognize that you are no longer a boy. It is this hazy period between boyhood and manhood that I have concentrated on. Because the majority of adolescence is spent in schools and similarly rigid, controlled, environments and institutions, many of the scenarios take place in
these types of settings. Uniform clad boys are depicted acting out their own made up rites of passage and rebelling with calculated chaos in a sort of Columbine High meets "Lord of the Flies" violent feeding frenzy. Sometimes the scenarios are based more on sexual exploration, experimentation and discovery and sometimes the series of events resemble Darwinian struggles for hierarchy and dominance in the style of a Discovery Channel nature documentary gone horribly wrong.
One of the thing that I most enjoy in your pics are the suggestions of pornography and voyeurism through your use of self-portraituer. Its strange but is like if you are the voyeur and the exhibitionist at the same time. Was this your intention?
yes, I would say it is intentional. I like blurring the line between
diametrically opposed themes like voyeurism and exhibitionism, violence and
vulnerability, victims and victimizers, beauty and the grotesque.
Is You And What Army a kind of your own personal Village of the Damned?
I am influenced by those older science fiction films in which children are a catalyst for something otherworldly. I really liked Village of the Damned, Poltergeist, The Bad Seed, Fire Starter or The Omen. I receive inspiration from a lot of different sources, but I like the sort of innocence mixed with violence inherent in these films.
In You And What Army your photographs are more powerful by the fact that you put your clones like when schoolboys are experimenting a newfound sexuality, touching tongues, urinating, spitting,licking, but this time when boys are exploring eachothers they are exploring themselves. Was that the point you wanted to reach?
To a certain extent yes. I am really interested in the body and bodily fluids and self exploration as well as the idea of narcissism and self love and self hate. It seemed like a logical method of exploration.
Portraying and multiplying yourself as an adolescent schoolboy and put them in those kind of childhood incidents, is the only way to show aspects of homosexual, pedophiliac and incestuous without being pornographic. Is for this reason why you have choose to use and multiply yourself as the subject of you photos?
No, not at all. I am not necessarily trying to be provocative or pornographic. I am just showing the natural curiosities and environments that children live with on a daily basis. Adolescence is such an intense period of transition and it really shapes who we are and who we become, yet everyone seems so willing to erase the embarrassing memories of their own puberty. I am more interested in constructing scenes which are more psychological.
In the early 80’s Cindy Sherman photographed herself as a schoolgirl, did you ever took inspiration of her works?
I really do like her early works and cannot deny her influence on me and on the world of photography in general. However, I think we address very different
issues in our work and I feel like we work in very different styles.
What I really appreciate is the sense of innocent that comes throughout your pics even if the images are provocative how can you create those pure emotions?
I think because they seem universal to a certain extent, they hopefully transcend the notion of being simply provocative and I hope that they work on a variety of different levels and engage the viewer in a way that really makes him/her think.
I know that you follow all the aspect of your pics
set builder, wardrobe designer, make-up artist, stylist, star, photographer and digital technician too. Its such a huge work how long does it take to create one of your pic? Can you explain me the working process?
I really enjoy the process from start to finish. I like the sculptural aspects of building a set or styling the clothes. I even enjoy buying the wigs and cutting them into shape or the transformative process of make up and the performative aspects involved in acting out different scenarios in front of the camera. I also do all the digital work and I enjoy having control over the
composition and constructing an image in much the same way as I use to paint.The entire process from start to finish usually takes about a month, but I am often
working on several projects at the same time, so it never seems like it takes that long.
Can you define yourself as the Peter Pan of the photography?
Idon’t like it. I actually dont even necessarily consider myself to be a photographer. I do a lot of video as well and I have been doing quite a bit of drawing during the past two years as well. Lately I have been doing a lot of installation based work using drawing, video and photography in architecturally engineered spaces.
Have you ever being afraid that some of your pics could be misunderstood?
I dont really mind if they are. Art is sort of like that sometimes. You cant always be there to explain everything to everyone. At a certain point you just have to let go and hope that the work speaks for itself.
Are you obsessed by yourself and vanity?
Probably to a certain extent. I think everyone is to a certain extent. Especially since the media is always pushing people to look their best, their youngest, and up to date in fashion. It is particularly Western. We are pushed to be vain but at the same time we are supposed to reject vanity and pretend like everything is just natural. Narcissism equals self love, but with that comes
self-hate and the two seem to play off eachother in a tragically comical way which I am interested in exploring. I am interested in Vanity as a subject, but
it does not really play a large role in my daily life no more so than it probably does in any other person's life.
Do you have any favorite fairy tail?
I love the brothers Grim
Now talking about you and not about your work, how is Anthony Goicolea?
I am feeling good. I just published my first book. It is 190pages of work and it has a CD ROM in the front with all my videos on it. So, I am really excited about that. I am enjoying traveling and the idea that spring is just around the corner and I am excited about new projects that I want to start on soon.
What do you do when you don't take pics?
I like to see my friends, or hang out with my boyfriend and go out to the country to relax.
Are you working about a new project?
Yes, I am working on several new video installations and a book of drawings.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento