giovedì 27 ottobre 2011

LOGAN WHITE - Interview


Logan è una giovane fotografa americana con un innato e naturale modo di fotografare le donne, che nei suoi scatti sembra stiano provando un’ esperienza fisica, come in preda ad una fase euforica, catartica e liberatoria allo stesso tempo. La sessualità femminile è vista attraverso gli occhi complici di Logan, che si diverte a mostrare il lato sensuale ed irriverente della donna che un uomo difficilmente riuscirebbe ad immortalare senza il filtro della lente maschile.

So che ti sei avvicinata alla fotografia fin da piccola, me ne parli?
Essendo cresciuta nel sud, ero molto ispirata dall’ambiente che mi circondava, abitavo a Macon in Georgia in una casa appartenente alla mia famiglia da sei generazioni. Nella porta accanto c’era la casa di mia nonna e dall’altra parte c’era una casa che mia madre, pianista classica, aveva trasformato in una sala concerti. La mia famiglia è molto matriarcale, la combinazione delle donne, dei cimeli di famiglia, delle immagini di culto degli antenati ed il suono continuo di musica classica mi ha spinto a creare immagini che reinterpretassero quello spirito.

Le tue foto mi divertono perchè giocano sempre con sessualità, ironia, vulnerabilità e spesso hanno un lato macabro. Come riesci a mettere tutte queste sensazioni in una foto?
Forse ci riesco perchè le mie fotografie non sono che la manifestazione fisica dei miei sentimenti.

Con le tue immagini reclami il fatto, che i corpi femminili sono spesso rappresentati per il piacere maschile, mentre tu mostri una sessualità femminile da parte delle donne per le donne?
Dalla parte della donna per tutti.

Nelle tue immagini giochi spesso con i generi, me ne parli?

Non faccio fotografie con un approccio conscio o un intento di discussione sui generi, ma sono attratta dall’estetica femminile. Suppongo di soffermarmi e sfidare quell’estetica mentre fotografo.

Il sesso vende e sempre sarà così, sei d’accordo?
Penso che anche il celibato venda, in questo momento vendono anche le gravidanze adolescenziali. Sono così felice di non essere un bambino che sta crescendo oggi, se così fosse sarei molto confuso.

E cosa pensi allora di tutte quelle donne che cercano sempre di essere più sexy per ottenere attenzione?
Credo che tutti noi, uomini e donne, cerchiamo sempre di essere sexy per ottenere attenzione, certamente non cerchiamo di essere sexy per essere ignorati. Credo non ci sia niente di sbagliato nel volere attenzione per il proprio cervello o il proprio look. Mi piace avere attenzione per entrambi. Ho fatto molta palestra ultimamente e dico costantemente a tutti di sentire i miei muscoli!

C’è qualche fotografo che ammiri in particolare per il modo in cui fotografa le donne?
Nobuyoshi Araki, Ellen Von Unwerth, Helmut Newton, Sally Mann, Deborah Turbeville.

Come artista segui maggiormente il tuo bisogno di fare una certa foto o le fai anche pensando a chi le vedrà?
Non penso a chi le guarderà le foto fino a quando non è il momento di mostrarle, altrimenti credo sarebbe una distrazione e l’immagine non sarebbe forte. Quando mi concentro solo sulla mia visione so che le persone saranno molto più ricettive.

Come ho detto all’inizio molte delle tue immagini a volte hanno un lato oscuro e macabro, sono infatti scattate di notte o in un cimitero, me ne parli?

Cerco di vedere la bellezza in posti oscuri, a volte invece dipende solo dal contesto della foto. Se fotografo nel sud in estate è troppo caldo per fotografare durante il giorno così scattiamo al tramonto quando c’è la luce che preferisco. Amo fotografare nei cimiteri perchè sono un luogo privato, tranquillo e pacifico.

Ti rispecchi nelle donne che fotografi?

Temo sia inevitabile.

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