sabato 23 agosto 2014
venerdì 22 agosto 2014
MATTHIEU CHARNEAU - Styling & Interview
Era settembre 2012 tutto era organizzato, i biglietti
dell’aereo acquistati, gli uffici stampa per i vestiti già contattati tutto era
pronto per incontrare e fotografare l’attore/modello Matthieu Charneau a
Parigi, ma poi un’ernia ed aggiungerei anche fottuta, (L1 L2), mandò tutto in
fumo. Ora dopo quasi circa due anni ho incontrato Matthieu. Lo trovo ad
attendermi nella Hall dell’hotel, un ragazzo di 25 anni, un piccolo Peter Pan
con gli occhi vispi e furbi, è completamente bagnato dall’ennesima pioggia
parigina, mi da la mano, mi abbraccia e si scusa per essere in anticipo di
cinque minuti e la prima cosa che mi viene da dirgli è: “ Finally we made it!”
Ciao Matthieu come stai? Come procedono le cose? Sei sempre
incasinato come un matto?
Sta andando alla grande. Le cose procedono bene ho lavorato
duramente e lo sto facendo tuttora. In realtà è un periodo molto creativo e mi
sento ispirato. Quindi sì, ti direi che sono incasinato come un matto!
Mi racconti com’è una tua giornata tipo?
Non ho una giornata tipo, sono tutte diverse, e questo mi
piace. Odio la routine. Scrivo, per ore
a volte, per tutta la notte. Non dormo molto. Leggo molto. Ho le miei lezioni
di recitazione e di canto con un coach personale, c’è un sacco di lavoro da
fare ma lo adoro. Vado al cinema per quanto posso. Faccio sport, corro ma mi
manca la natura. Io amo fare l'arrampicata e l’escursionismo. Parigi non è il
luogo perfetto per questo. Oh, e naturalmente vedo i miei amici e trascorro
quanto più tempo possibile con loro.
Ieri sera sono andato al cinema a vedere Maps to the Stars,
che mi è piaciuto, tu avevi intenzione di vederlo la sera che siamo incontrati
a Parigi, ce l’hai fatta? Ti è piaciuto?
Sì. Ce l'ho fatta! È stato uno dei film proiettati al
Festival di Cannes che ero più impaziente di vedere. Mi è veramente piaciuto.
Sono molto felice che Juliane Moore abbia ottenuto la palma come migliore
attrice, anche se penso che pure Marion Cotillard la meritava per il film di
Dardenne. Amo i film di David Cronenberg. Il modo in cui esplora le nevrosi e
le fobie della società occidentale, dando libero sfogo allo scatenamento degli
impulsi repressi, è magnetico. Ha una grande padronanza tecnica e un universo
sia malsano, ultra-violento che cerebrale. Egli mi affascina e mi dà un sacco
di ispirazione. Sono cresciuto con "Scanner", " Videodrome
" e "The Fly"; sono stato dipendente di film horror quando avevo
6-7 anni. Naturalmente avevo paura, ma n’ero anche affascinato. Mia mamma stava
impazzendo perché riuscivo sempre a trovare un modo per guardare i video che
mio fratello nascondeva da qualche parte nella sua stanza .
Quando ci siamo visti eri appena tornato dal festival di
Cannes, come è stato ?
E ' stato molto bello. Non ho avuto nessun film da
presentare quindi non era un grosso problema per me, ma sono andato con il mio
amico Justin Wu perchè proiettavano il suo secondo cortometraggio "Le
Devoir". È andata davvero molto bene per lui. Ho apprezzato molto la mia prima
esperienza a Cannes, è stato emozionante, soleggiato, buone vibrazioni, begli
incontri, mi sono divertito ed ho fatto il mio primo tappeto rosso, mentre Cate
Blanchet era lì. Molto glamour.
Parlando tua carriera cinematografica hai girato 4
cortometraggi e due lungometraggi. Puoi dirmi qualcosa a riguardo? Quanto senti
che la tua recitazione sia cambiata dalla prima volta che ti sei messo davanti
alla macchina da presa?
Il mio primo corto è stato per Mugler. Abbiamo girato a New
York nel 2011, prima della Menswear Fashion Week del 2012. Era la mia prima
esperienza cinematografica e mi è piaciuta molto, dopo di che mi sono
trasferito a Parigi ed ho iniziato a frequentare l’European Acting School Cours
Florent. Ho davvero incominciato a girare nel 2013, quando ho incontrato Justin
Wu che con "Coup de Grace" mi ha dato il primo ruolo da protagonista
ed è stato proiettato in alcuni importanti festival cinematografici. Sarà on
line il prossimo autunno. Ho anche avuto il ruolo di uno dei personaggi
principali in un film intitolato " Les Français du Jour J ", diretto
da Cédric Condon, un film di guerra sulla sbarco alleato in data 6 giugno 1944
con il Commando Kieffer. Io interpreto il ruolo di Marcel Labas, un giovane
fuciliere Marine che muore in Ouistreham per un colpo di testa da parte di un
cecchino. Ho avuto un piccolo ruolo come studente nel secondo lungometraggio di
Arnaud Viard chiamato "Un Nouveau Souffle ", che uscirà nelle sale a
fine 2014 o inizio 2015. Arnaud interpreta il suo personaggio, è una sorta di
autobiografia. Sento che la mia recitazione è cambiata dalla mia prima volta
davanti alla macchina da presa, ma non è sufficiente. Ho sempre voglia di
andare oltre e di esplorare più a fondo me stesso per questo tendo a lavorare
sempre di più. Questa è la parte interessante, anche se può essere molto
frustrante. Mi sono messo molto sotto pressione.
Come ti prepari ad un ruolo ?
Faccio sempre qualche ricerca sul personaggio. Ho bisogno
di sapere dove il personaggio viene, qual è il suo passato, quali sono i suoi
obiettivi, quello che sta attraversando e perché, e un sacco di altre domande
per sapere chi sia. C'è una grande parte creativa dove mi costruisco la sua
storia/vita. Lo metto su carta. Poi guardo quello che mi colpisce nella sua
vita, quali sono le connessioni che ci sono tra di noi e ciò che ci accomuna ad
essere la stessa persona. Io costruisco la sua vita e le sue emozioni
attraverso la mia. Poi inizio ad usare questo nuovo materiale con esercizi
d’improvvisazione. Prima senza dialoghi, solo sguardi e movimenti, i dialoghi
vengono dopo, naturalmente. Sto ancora esplorando diversi modi di lavorare su
un personaggio. Immagino ci voglia una vita!
Se avessi la possibilità in questo istante di lavorare con
qualsiasi regista che ti piace chi sceglieresti e perché?
Gregg Araki. Ci sono un sacco di registi con cui mi
piacerebbe lavorare, naturalmente, come Christophe Honoré, Jean - Pierre e Luc
Dardenne, Pedro Almodovar, Quentin Tarantino, Gus Van Sant, Sofia Coppola, e
molti altri, ma mi sento molto vicino a Gregg, e ai suoi personaggi. Inoltre
amo il suo universo e lui è un incredibile film-maker. Sceglierei sicuramente
Gregg Araki.
Sembri veramente a tuo agio nudo davanti alla macchina da
presa, chi è il partner dei tuoi sogni con cui vorresti girare una scena hot in
un film?
Come partner femminile sceglierei Jessica Chastain o Eva
Green. Mi sono innamorato di entrambe, non riesco a scegliere, vada per un
threesome. Come partner maschile sceglierei Michael Fassbender. È stato così
meraviglioso in " Shame" di
Steeve McQueen ed è sicuramente uno degli attori più sexy di oggi.
Concordo appieno su Fassbender! Mi racconti quale
esperienza ha avuto un impatto significativo sulla tua carriera?
Il cortometraggio di Muglers ha avuto un impatto
significativo sulla mia carriera di modello. Anche Pierre & Gilles sono
stati un grande passo per me e mi hanno aperto nuove opportunità. Il mio
incontro con Justin Wu lo scorso anno è stato un altro momento molto importante
per me. Ha molto talento, è umano, ed ho imparato molto a lavorare con lui. Non
vedo l'ora della nostra prossima collaborazione.
Hai citato Pierre et Gilles, e mi è venuto in mente che ho
visto alla Galerie Daniel Templon la mostra Hero, dove tu eri presente in tre
foto: Johnny Guitar, Narciso ed un marinaio. Le loro foto sono incredibili.
Com'è lavorare con loro?
La mostra è andata molto bene. Quelle immagini che hai
citato le abbiamo fatte tutte in un anno, è stata un'esperienza incredibile e
ne vado davvero orgoglioso. È un’occasione conoscerli, Pierre & Gilles sono
molto gentili, sono persone umane e sono davvero felice di averli come amici di
oggi.
Quali sono i ricordi più divertenti che hai della tua
carriera di modello ?
Mentre stavamo girando il cortometraggio per Mugler sulla
spiaggia il primo giorno, c'era una scena in cui io ero nudo con la schiena
alla macchina da presa e la faccia verso l'oceano. Tutti gli altri modelli ed
il team erano dietro di me, si sa non è mai facile essere completamente nudo di
fronte a quaranta o cinquanta persone. Il regista mi diceva: “Non ti muovere, è
perfetto!" così non mi mossi. Stavo fronteggiando l’oceano, nudo, nessuno
intorno, tranne dietro di me. Tutto procedeva bene, ma dopo poco è arrivato un
gruppo di turisti ed hanno visto che stavamo girando così sono giunti in
spiaggia e si sono messi davanti a me. Durante tutte le riprese si sono fermati
a guardare mentre mi riprendevano in questa posizione assurda con i genitali
all’aria, devo ammettere che è stato imbarazzante ma anche divertente.
Da quello che ho visto mi sembra che la musica ti piaccia
un sacco il tuo iPhone è pieno di canzoni, ci hai fatto scoprire la musica di
Christine and the Queens, e ci è piaciuta molto. Senza quale cantante o l'album
non puoi vivere senza o non può mai mancare nel tuo iPhone?
Sì, metto musica ovunque mi trovo, anche quando scrivo. Nel
mio iPhone non mancheranno mai Björk, No Doubt, Aphex Twin, Lana Del Rey, M83,
Phoenix, London Grammar, i Queen e Klaus
Nomi, sono sempre in giro con me.
Quindi canterai sotto la doccia ?
Sì, lo faccio .
Qual è l'ultimo concerto che hai visto?
È stato tre mesi fa, quello di Dorian Wood, è un cantante
di Los Angeles ed anche un amico. Stava facendo un tour in Europa ed è venuto a
Parigi nel mese di marzo. È stato bello.
Mi dicevi che hai intenzione di andare a Los Angeles per
tre mesi. Hai delle attese circa la terra dei sogni?
Prima di tutto voglio vivere un’esperienza, una grande
avventura lunga tre mesi di libertà: voglio fare skate boarding, trekking,
surf, incontrare persone, visitare luoghi, scrivere nuove storie, andare a
trovare gli amici che ho lì. Non ho alcun’aspettativa se non quella di vivere
giorno per giorno. Chissà cosa accadrà. Non lo voglio sapere fino al mio ultimo
giorno lì.
Qual è il tuo posto preferito a Parigi per rilassarti e uno
in particolare per divertirti?
Vorrei saperlo. Ho lavorato come un matto da quando sono
arrivato a Parigi due anni e mezzo fa, non mi piace molto vivere la vita
parigina. Lo so è una vergogna!
Come è stata la tua adolescenza a Châteauroux? Torni ancora
nella tua città natale?
Era tranquillo, come una vita normale in campagna. Ho dei
bei ricordi là, e pure quelli tristi, ma mi hanno reso più forte. È passato un
anno dall’ultima volta che sono tornato nella mia città ed ho visto la mia famiglia.
Mi mancano i miei genitori a volte. Li amo, sono fantastici. Ii rivedrò prima
di partire per Los Angeles.
Sei innamorato in questo momento ?
No.
Puoi raccontarci la storia che stai scrivendo per il nuovo
progetto con Justin Wu?
Justin sta attualmente lavorando al suo primo
lungometraggio. Abbiamo deciso di lavorare insieme su alcuni racconti che sono
collegati con la storia del suo lungometraggio. Sto scrivendo una sceneggiatura
in questo momento. Questo è tutto quello che posso dire per ora!
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Kostis Fokas - Interview
Nei lavori di Kostis Fokas l'uso spiritoso del corpo umano nella sua interezza è usato come strumento di esplorazione e si propone di trasmettere le sue fantasie più intime attraverso la sua arte. Le sue fotografie sono colme di riferimenti alla sessualità, al movimento Dada, alla cultura pop, il tutto mischiato con una sana ironia che rende il suo lavoro quasi postmoderno in un continuo gioco stimolante tra spazio, corpo ed oggetti. Kostis è originario della Grecia, ma ora vive a Londra, dove crea le sue fotografie utilizzando la sua capacità innata di creare e catturare personificazioni del provocatorio nella forma umana. Impegnativo e sessualmente carico, il suo lavoro utilizza il corpo spogliato dei suoi vestiti, lasciato completamente esposto e arreso, come una metafora per la sessualità, la forza, e l'umanità. Nel suo lavoro credo che la rappresentazione sia spesso legata all'accettazione, dove a volte la sottomissione trasmette l'arrendersi a qualcosa di più grande e più potente di noi.
Cosa ricordi della tua infanzia in Grecia ?
Sono nato ad Atene in Grecia. Mio padre lasciò presto la famiglia così sono cresciuto solo con mia madre. Ho iniziato a disegnare più in là di quanto io ricordi, anche prima di andare a scuola. Ho continuato a disegnare cercando di migliorarmi. Ho sempre avuto questa passione, a cui mi sono dedicato molto fin da piccolo ed ero anche molto disciplinato. La pittura è stato anche uno dei motivi per cui ho trascorso molto tempo da solo, preferivo la solitudine, ero un bambino molto introverso. Non sono sicuro se fossi felice.
Oggi vivi a Londra, quanto è differente dal vivere in Grecia?
Atene non è sicuramente così piovosa, come è Londra (ride). Ma quando si tratta di arte una delle grandi differenze tra Atene e Londra è il livello di sperimentazione. Il mercato ad Atene è ancora piccolo e la gente ha paura di prendere rischi . La scena a Londra è anche molto più cosmopolita di quella di qualsiasi altro centro culturale europeo è molto competitiva, d'altra parte la vita ad Atene è molto più facile, più semplice e meno complicata, e ciò è buono.
Spagna, Italia e Grecia abbiamo tutti sangue mediterraneo che scorre nelle nostre vene, quanto di questo lato passionale pensi esca dalle tue opere?
Non so se sia per il sangue mediterraneo, so di certo che è la passione che mi guida sempre. Passione per le persone e per i rapporti. Sono contento che in questa fase della mia vita sto portando passione e disciplina nel mio lavoro. Tutto questo mi da forza per andare avanti ed essere una persona migliore.
Quando ti sei accorto che la fotografia sarebbe diventata il tuo mezzo d'espressione?
All'età di vent'anni avevo già una vasta collezione di pittura di ritratti femminili, un caro amico mi ha dato una macchina fotografica analogica una Praktica e così ho iniziato a fotografare con grande passione. Tutto è avvenuto senza alcuno sforzo, è stato come continuare a fare la stessa cosa ma con un supporto diverso. La verità è che sono interessato a qualsiasi forma d'espressione. Per questo motivo ho deciso di mettere me stesso davanti al mio obiettivo per la prima volta. Usare il mio corpo per esprimere la mia creatività è stato molto liberatorio, per me non conta con quale mezzo ti esprimi ma quello che si vuole comunicare attraverso il proprio lavoro. Per questo motivo non sento di definirmi un fotografo.
Ok. Ma mi spieghi come mai sei finito nel surrealismo?
Ho trovato che sia il Dada che il Surrealismo siano dei movimenti artistici molto intriganti. Preferiscono sempre ottenere intuizioni feconde da questo tipo di arte. Quando mi sono imbattuto nella glitch art è stato come scoprire un nuovo modo di esprimere tutto il surrealismo che c'è dentro di me ma con un'estetica diversa, ma molto vicina ai lavori che mi hanno ispirato. Non so bene quale sia la parte che collega tutte queste forme d'arte, ma da qualche parte lì in mezzo mi ci voglio trovare.
Devo dirti che mi piace che lasci l'interpretazione aperta per gli spettatori in modo che giungano loro stessi alla conclusione sulle tue immagini. Era qualcosa di premeditato o è scaturito naturalmente?
Quando si parla di arte per me nulla è programmato, ma diviene in maniera naturale. Penso all'arte come a qualcosa di personale e soggettivo. Quando creo per me è come se parlassi a me stesso, ma con l'intento di toccare anche altri. Potrei risponderti riguardo i miei pensieri e sentimenti ma non posso raccontarti di quelli degli altri. La verità è che con la mia arte non voglio dare tutte le risposte, ma preferisco che siano gli altri a porsi delle domande a riguardo e a darsi delle risposte.
Il lato sessuale delle tue foto lo trovo molto divertente, credo che sia come un piccolo tesoro per il tuo lavoro. Me ne parli?
La maggior parte delle volte ho raccontato le mie fantasie più profonde e le dipendenze nel mio lavoro. Anche se capisco che per alcuni le mie immagini possono risultare bizzarro e iper-sessuali, ma questo è il mio modo di accettarmi. Ho trascorso gran parte della mia vita a deprimermi riguardo le mie scelte personali. Uso la mia arte per liberarmi e per non essere più depresso.
Che cosa ti eccita davvero?
Uso il mio partner in molte delle mie foto, così quando abbiamo finito di scattare come è successo la maggior parte delle volte finiamo col fare sesso selvaggio. Questo mi eccita veramente, perché so già prima di scattare che finiremo così!
Credi che il fatto che la maggior parte delle volte non si vedano le facce dei soggetti, aiuti a raggiungere questo livello erotico?
Una volta qualcuno mi ha detto che vedendo alcune delle mie immagini ha provato un senso di disponibilità e di accessibilità del corpo umano proprio per il fatto che non si vedono gli occhi. Questo è esattamente quello che voglio esplorare con quelle immagini. Riguardo al livello erotico sono d'accordo con te. Credo inoltre che nelle mie immagini ci sia la proposta di sesso che è spesso correlata all'accettazione, per me la proposta di fare sesso è qualcosa che ho trovo particolarmente interessante, mi eccita e non mi dispiace farlo sapere.
Due parole che userei per descrivere il tuo lavoro sono "libero divertimento", che ne pensi?
La mia arte è l'unico posto in cui mi sento totalmente sicuro anche se mi espongo. È l'unico posto da cui non voglio nascondermi e mi esprimo con assoluta libertà. Sono d'accordo con te e ti ringrazio per averlo detto.
Prego. Come descriveresti la tua arte ?
Mi considero un nuovo artista e penso di avere ancora molto da imparare . Credo l'arte sia multidimensionale ed diventa significativa solo quando si confronta con un soggetto quale il sesso. Questo è ciò che voglio sperimentare ed evolvere in futuro. Vorrei poter rendere la mia arte più importante. Credo anche che l'arte debba essere spirituale tra le altre cose. In questo momento sto lavorando a questo livello, quindi ti direi che in questo momento la mia arte è spirituale.
Credi che si possa parlare di una nuova fotografia astratto-sessuale con opere come le tue e quelle di Ren Hang?
Grazie per aver accennato a questo. Ren Hang è uno degli artisti che ammiro moltissimo e mi ha ispirato molto. Trovo terribilmente interessante che egli viva in un paese che non accetta la sua arte e che quindi in un certo senso renda ancora più significativo il suo lavoro. Nel mio caso devo dirti che anch'io ottengo molte reazioni negative riguardo ai miei lavori, ciò con cui ho a che fare è il fatto che le persone non accettano il lato sconosciuto o bizzarro del mio lavoro. Se dobbiamo parlare di un nuovo filone fotografico e nello specifico di corpi nudi nella fotografia, allora vorrei che venisse riferita come un movimento che accetta la bellezza della diversità.
La tua famiglia o i tuoi amici che reazione hanno riguardo ai tuoi lavori?
La mia famiglia e i miei amici sono i più forti sostenitori del mio lavoro e tutto questo mi fa sentire bene!
Hai mai sentito la sfida di non attraversare la linea di accettabilità/pornografia quando hai lavorato ad un'immagine ?
Mi piace camminare su questa linea sottile. La mia dipendenza dal porno credo si manifesti chiaramente nei miei lavori e si percepisca quanto abbia influenzato il mio modo di creare. Ho del materiale inedito che non è mai stato pubblicato e che spero un giorno possa essere messo in mostra. In ogni caso credo che nell'arte non ci debbano essere dei limiti. Credo che se qualcuno osservi l'arte dentro dei limiti allora tutto perde di significato.
Hai visto qualcosa di recente che ti ha ispirato ?
Ieri ho guardato Marina Abramovic "The Artist is Present ", documentario sulla sua performance al MOMA che non avevo ancora avuto modo di vedere. Ciò che mi ha toccato di più è la sua dedizione all'arte. Non sapevo un sacco di cose su di lei, ma quello che ho trovato più interessante è che la sua arte era ed è ancora più importante della sua vita. Non ho mai visto qualcosa di più stimolante.
Di quale dei tuoi lavori ti senti più fiero?
Mi sento molto orgoglioso del fatto che negli ultimi due anni mi sono dedicato interamente ai miei lavori che mi danno una grande forza nell'andare avanti con la stessa passione che mi spinge ad esser un artista migliore.
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OH MY JOSH! - Styling
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Lars Stephan - Interview
Nelle
foto di Lars Stephan generalmente vediamo luoghi meravigliosi e il suo corpo
nudo in relazione ad essi. Lars utilizza la ritrattistica come metodo
d’esplorazione della sua identità e del suo posizionamento nel contesto. Principalmente
Lars è interessato al dialogo costante tra un aspetto del sé e l’ambiente
circostante. Nei suoi scatti infatti fa sì che il personaggio interiore che ha
deciso d’interpretare venga costantemente influenzato dagli aspetti e luoghi
naturali in cui ha deciso di collocarsi e con il fine ultimo d’immortalare
questi momenti.
Mi
racconti del tuo background?
Sono
cresciuto in Germania, ma ho sempre avuto la voglia di viaggiare e scoprire
nuovi luoghi. Mia madre era ed è ancora una grande viaggiatrice così da bambini
ha portato me e mio fratello gemello in giro per tutta l’Europa. Da adulto ho
continuato a farlo, ho vissuto e trascorrere del tempo tra gli altri posti in
Australia, Cile, Argentina, Francia, New York. Attualmente sto facendo un
master in fotografia a Londra al LCC .
Quando
hai capito che l’autoritratto fotografico sarebbe diventato il tuo modo
d’esprimerti?
Scatto
fotografie perché voglio cogliere qualcosa prima che svanisca definitivamente.
È stato così fin da bambino. Disegnavo ma non ho mai avuto il coraggio di
esprimere che ciò che volevo veramente scattare delle fotografie. Fotografarmi
è uno sfogo. Lo faccio provando ad interpretare diversi personaggi, è molto
terapeutico, ma non è l'unica cosa che fotografo, cerco di catturare momenti;
soprattutto quando viaggio, è affascinante. Tutto è fresco, nuovo e mai visto
prima, è molto stimolante, sia per i miei lavori artistici che per i miei
reportage di viaggio.
Riesci
a prendere distanza tra Lars il fotografo e Lars il modello, qual’è la sfida?
Io
non mi vedo come un modello. Usare me stesso come un modello, ma non mi rivedo
negli autoritratti. Non sono davvero io, sto solo dando vita ad un personaggio.
Come
ti sei accorto di essere così a tuo agio da mostrarti nudo nei tuoi lavori?
In
realtà non sono affatto sicuro. Posso solo farlo, a scopo artistico e
soprattutto perchè sto interpretando un personaggio.
Apprezzo
che molte delle tue foto siano senza tempo, potrebbero essere state scattate
ieri o 10 anni fa ma questo non importa. Il rapporto che sei in grado di
ottenere tra il corpo nudo e il luogo è particolare, come ti è venuta
quest’idea?
È
stato ed è un processo molto naturale, soprattutto nelle scelta paesaggistica,
rimuovendo ogni riferimento alla civiltà. Prediligo l’atemporalità. Osservo il
posto, trascorrere un po' di tempo lì, cerco di coglierne le sfumature e subito
dopo inizio a scattare.
Credi
che un corpo nudo sia più sexy o libero?
Credo
che le parole giuste per descrivere il corpo nudo sia senza tempo.
Ma
credo che tu ti diverta a fotografarti così, trasmetti un senso di libertà. Ho
ragione?
Può
essere molto liberatorio essere completamente nudo in un ambiente naturale, con
nessuno in giro. Tuffarsi in mare, senza vestiti, senza che nessuno sia lì ad
osservarti ( tranne forse il proprio partner) è una cosa meravigliosa, ma io ho
un’immagine in mente che alla fine voglio offrire. Non c’è non una storia alle
spalle. Inoltre ho paura che raccontando com’è andata nel momento in cui stavo
scattando una foto possa rompere la magia della foto.
Che
è un luogo o un paesaggio in cui ti vedi nudo e non sei ancora andato?
Non
mi vedo nudo in un certo paesaggio. È più come reagisco ad un determinato
paesaggio. In generale, tutti i paesaggi offrono la possibilità di fare una
foto.
Alla
fine la reazione però è quella di spogliarsi. Hai mai avuto paura di farti
beccare e venire arrestato perché eri nudo all’aperto?
C’è
il rischio, ma la mia esperienza dimostra che le persone non si aspettano di
vedere un uomo nudo in certi luoghi, di conseguenza, non “lo vedono”.
Pensi
alle reazioni degli spettatori quando ti scatti o non ci dai peso?
Non
ho il pubblico in mente quando fotografo. Di solito sono ispirato da un luogo o
un'idea che ho e che voglio tirare fuori dal mio corpo. Voglio produrre
qualcosa perché mi emoziona. Il pubblico è secondario.
Pensi
che qualcuno possa fraintendere il tuo lavoro ed etichettarlo come un eccesso
di vanità? Ti darebbe noia?
Posso
capire perché la gente potrebbe chiamarmi vanesio, ma i miei primi autoritratti
sono nati dall’insicurezza e poi si è sviluppata in qualcosa d'altro. Non
m’interessa quello che dice la gente o penso di me. Penso che come artista si
debba solo fare quello che si devi fare. È parte del lavoro di un artista
rendere visibili cose che altrimenti non si potrebbero vedere. Può essere una
ricerca folle, e naturalmente, si riceverà critiche per questo, ma fa parte del
gioco.
Hai
un corpo super atletico quanto tempo trascorri nel mantenerlo così?
Mi
piace essere in buona forma e avere un corpo funzionale. Voglio continuare in
questo modo. Essere consapevoli del proprio corpo è una cosa che ho scoperto
molto presto e credo che mantenere un corpo sano non sia davvero un gran lavoro.
Sei
è stato un modello, quindi probabilmente conoscere tutti i nomi dei fotografi,
a quale fotografo ti senti più vicino artisticamente?
Sono
stato un modello solo per un breve periodo. Ho sempre desiderato scattare con
fotografi dai grande nomi, che sapevano quello che stavano facendo, che avevano
un’idea, un concetto, una visone corretta che va oltre alla foto di moda che
diventa ridondante molto velocemente. Non ho un fotografo che ammiro, ci sono
aspetti di un sacco di fotografi che ammiro tutti per motivi diversi. Solo per
citarne alcuni citerei Cindy Sherman, Robert Frank, William Eggleston, Daido
Moriyama, Bert Stern, Bill Brandt, Edward Weston, Dan Holdsworth, Richard
Misrach e Darren Almond.
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