mercoledì 4 febbraio 2009
Michael Magnan - Interview
Artista, DJ, Fashion Designer, Music Creator, Blogger. Michael Magnan è tutto questo oltre ad essere uno dei personaggi più attivi nella scena underground newyorkese, un party animal che conosce e vive la città di New York quella che non dorme e che non si annoia mai. Per lui vale la frase: “Dimmi dove vivi e ti dirò chi sei” perchè Michael non solo vive a New York, ma in un certo senso è lui stesso New York...
Ci siamo conosciuti nel 2004, mentre creavi magliette sotto il nome di Do Not Provoke US. Quanto pensi sia cambiata la tua vita da quei giorni?
Alex non sai quanto mi mancano quei giorni! Ero una persona talmente diversa. Tutto è diverso. Sono single e mi sento più adulto. Sono giunto qui dopo aver frequentato la scuola di fashion design ed alla fine mi sono ritrovato a fare grafica, arte e musica. Mi sono preoccupato a lungo circa il se ce “l’avessi mai fatta”, qualsiasi cosa ciò significhi. Di recente ho parlato con alcune persone che avevo appena incontrato e loro erano gelose del fatto che riuscissi a mantenermi come Dj e come artista. Mi hanno raccontato che anche loro all’inizio volevano fare i Dj ma che hanno dovuto vendere i loro piatti per comprarsi degli abiti per i loro nuovi lavori. Mi hanno detto : “ Tu stai vivendo il sogno!” e per me è stata una cosa molto importante da sentirsi dire.
A che età hai lasciato la tua città natale e ti sei trasferito a New York?
Mi sono trasferito qui nell’aprile 2000, sto per festeggiare i mie 9 anni d’anniversario. Sono stato molto fortunato perchè ho sempre vissuto nello stesso appartamento ad affitto bloccato, e ti assicuro che questo è veramente strano per New York, è un pò come vivere in uno scenario da favola. Abito ad Astoria, nel Queens che si trova esattamente subito dopo il ponte fuori Manhattan. Ho una casa al pian terreno con una divertente perlinatura ovunque, ricorda vagamente la vecchia campagna di CK dei primi anni 90.
La tua impressione su New York oggi è completamente differente da quella che hai avuto la prima volta che ci hai messo piede?
Beh, sì. Mi sono trasferito qui quando avevo 22 anni ed ero così naive. Ho visto un sacco di mondo da quel momento e credo di essere diventato una persona più forte da quando ho lasciato il college. Non avevo poi questo gran da fare all’inizio, l’unico mio scopo era “Trova un lavoro e paga l’affitto.” Fortunatamente sono stato benedetto nell’aver avuto l’opportunità di conoscere le persone più creative della città che mi hanno aiutato a plasmare le ragioni per cui fermarmi qui.
Tu vivi in una delle mie città preferite al mondo, qual’è la cosa che ami di più di New York?
La cosa che adoro è che quanto sono qui non devo far finta di essere qualcuno che non sono.
Sai spiegarmi secondo te perchè alcuni abitanti di New York dicono: “Non siamo americani. Siamo newyorkesi”?
Credo che questo sentimento sia diventato sempre più forte negli ultimi otto anni. La maggior parte dei newyorkesi che conosco sono profondamenti disgustati da Bush, e di tutte le cose terribili di cui lui è responsabile. Vengo da una famiglia molto patriottica ed amo veramente la mia nazione, ma il fatto che ho avuto una grande possibilità di viaggiare all’estero nel pieno della guerra in Iraq mi sono vergognato di essere americano. A quel punto mi sono sentito newyorkese, non americano. Ma ora finalmente che Bush è fuori dal quadro, credo che noi newyorkesi con il nostro modo di pensare progressista, cominceremo a riamare l’America come un tempo. Quando Obama ha vinto le elezioni ho provato un’ondata d’entusiasmo nel nostro sistema che credevo non avremmo mai più provato.
Quali sono i locali che secondo te bisognerebbe andare se si visita NY?
Venite tutti al Mr. Black dove lavoro ogni sabato. L’ultima volta che ti ho visto lì era sulla 24th Street, ora si è spostato sulla 30th Street. Sono stato molto fortunato per essere stato accolto in questa tribù nomade di DJs, promotori e fashion icons. Mi sento di dire che nessun posto a NY in questo momento ha una tale rilevanza, e non sto tirando l’acqua al mio mulino. Credo che tutti insieme con le nostre serate stiamo facendo qualcosa di davvero differente. Per troppo tempo tutto sia basava solo sul fatto di andare in questo piccolo locale a Williamsburg o a far festa nel Lower East Side. Credo che ora tutto stia tornando com’era negli anni 90, quando sia aveva voglia di andare in questa mega-spazi dove ci si facevano anche delle serie sfliate fatte in casa, dove la gente impazziva e si divertiva moltissimo. Mi mancano gli anni 90 a NY, sono contento quindi di far parte di questo omaggio a quel periodo, ma allo stesso tempo nel farlo in modo unico e nuovo e non nostalgico.
È vero l’ultima volta che ci siamo visti è stato al Mr. Black, è stato molto divertente, ma era troppo affollato, non ci si muoveva. E’ sempre così?
Sì. Per la maggior parte delle volte. Il sabato ci sono sempre due feste side-by-side. Tubway è il party nella main room e la musica è un pò più clubbing. La mia festa si chiama Castle ed io sono il resident con i miei amici Telfar and Kingdom. La musica è più sperimentale e il pubblico è più mix e sexy, c’è davvero di tutto. Entrambi i party hanno un solo scopo, quello di far ballare la gente. In questo momento a Ny c’è un forte revival della cultura del voguing. Come sai Madonna l’ha rubato dalla scena underground nel 1990, ma qui c’è ancora una grossa sotto cultura del fenomeno che sembra non sia mai morto. Era quasi passato alla fine degli anni 90 ma ora è tornato ed è fortemente presente nella nostra scena, se qualcuno non l’ha visto consiglio di vedere Paris Is Burning di Jenny Livingston che è uno dei documentari musicali più importanti che siano mai stati fatti.
Quindi definiresti il trend musicale che suoni nei club come anni ‘90?
Ora come ora il centro di tutto ciò che suono ruota attorno a questo ritorno della house anni ‘90 e dell’acid house. C’è questo miscuglio di tutto, come se qualsiasi genere concepibile venga gettato su una traccia, ma che alla fine in qualche modo riesce ad avere senso. Per farti degli esempi: un remix faggy – queeny di una canzone hip hop cattiva o vice versa con dei diva vocal su qualcosa di completamente inaspettato, oppure prendo la più lamentosa canzone pop di Fergie tagliuzzandola, tenendo solo le parti riconoscibili, in modo che la gente che ama questo genere musicale la possa ballare anche se è completamente stravolta.
E per quanto riguarda un fashion trend che dici?
Oddio! Continuo ad indossare dei pantaloni in stile harem con la stampa di Droopy. Ho buttato via tutti i miei skinny “strizza palle” jeans. Mi vesto abbastanza semplice, una t-shirt, capellino, pantaloni divertenti e scarpe da ginnastica. Il mio look è abbastanza coerente.
Fai ancora qualche lavoro come fashion designer?
Sì. Non ho abbandonato completamente quel mondo. Ho appena avuto una collaborazione nella creazione di T-shirt, di cui sono molto orgoglioso con questo fantastico negozio chiamato Oak (www.oaknyc.com) per la collezione primavera 2009, dove vendono tra altri designers come Bless, Bernhard Willhelm, Alexandr Herchovitch e Henrik Vibskov, inoltre producono anche una linea a loro nome.
Nel tempo libero dove ti piace andare?
A letto? Non ho molto tempo libero a dire il vero. Lavoro molto fuori casa. Quando viene la bella stagione, sopratutto in estate, mi piace andare quasi tutti i giorni a Fort Tilden, che è una spiaggia remota a NY che puoi facilmente raggiungere con i trasporti pubblici ed è un posto meraviglioso. Mi piace arrostirmi come uno stupido al sole.
Quindi anche tu sei d’accordo come me che non’è vero che la città che non dorme mai si è sta facendo un riposino?
Non credo proprio. Chi te lo ha detto è sazio. Se è annoiato è colpa sua. Non c’è mai un momento monotono finchè uno è interessato. Ci sono un sacco di cazzate politiche di cui mi lamento ma credo che queste cose accadano ovunque. Bisogna solo essere concentrati sul positivo, tutto qui, e godere di quello che questa favolosa città ti sa offrire.
Una serata divertente per Michael Magnan come inizia e quando finisce?
Il divertimento per me è tutto ciò che io posso fare con i miei amici. La serata perfetta è quella che va avanti per sempre, che può iniziare con l’opening di una galleria dalle 6 alle 8 di sera, seguita da una cena con una fermata a casa a lavarmi i denti e poi ad un party che possa continuare fino alle 6 del mattino, noi non dormiamo, ho sempre le mie ispirazioni migliori nel momento appena prima che il sole inizia a sorgere.
A proposito d’ispirazione, c’è sempre molta natura nei tuoi lavori, mi parli di questa tua passione e del tuo amore per i lupi?
Amo moltissimo i lupi, ma sto cercando di andare oltre da tutto quell’immaginario prede e cacciatori. Un mio amico mi ha dato un buon consiglio quando ero finito in un momento di routine creativa. Mi ha detto di uscire dalla foresta. Così sto cercando di rimanerne fuori. Adoro la natura e molti dei miei visual work sono ispirati da questo contesto. L’evoluzione e la tecnologia sono sempre stati dei temi importanti e ci sto giocando attorno, come l’idea di creare un mostro con tutti i nostri progressi, una sorta di Terminator. Forse alla fine creeremo questa cosa che ci distruggerà perchè penserà solo per sé e sarà più intelligente e forte di noi.
Se dovessi sedurre una persona al tuo primo appuntamento dove la porteresti?
Nei bagni del The Cock? No, non ne ho idea. È da un sacco che non voglio uscire con nessuno. Il romanticismo è sopravvalutato.
Hai un talento a 360°, anche una delle tue ultime creazioni il tuo blog wickedphobica è meraviglioso, me ne parli? Qual’è lo scopo che vorresti raggiungere con il tuo blog?
La mia dichiarazione è: “ una playlist audio-video senza fine con lo scopo di rintracciare le origini e la cultura della musica dance collegando i puntini tra le ere.” L’ho scritto quando ero ubriaco. Di base sto postando musica oscura che amo, vecchia e nuova, cercando di creare una connessione astratta a livello visivo. Mi piacerebbe che i lettori si fermassero a guardare ed ascoltare. Non sto facendo un party picture blog o una costante fonte di novità, credo che ce ne siano già abbastanza in giro di blog come quelli che possono sicuramente fare meglio di me. Lo definirei più come un diary sfatto con testi minimali. Spero solo che la gente lo trovi piacevole per gli occhi e per le orecchie.
So che stai facendo anche della musica, che genere crei?
Sì. Sono molto entusiasta. Sto lavorando col mio amico Bruno Coviello che ha molto talento sotto il nome Popular Science. Abbiamo realizzato questa divertente bitch track “Bodysnatchers” con Tobell Von Cartier, una fantastica drag di colore. La si può ascoltare nella colonna sonora del nuovo numero di K48 Magazine (www.k48rules.com). In questo momento stiamo lavorando ad alcuni remix della stessa traccia e alla realizzazione del nostro primo E.P.
Ok ricapitolando, artista, Dj, blogger, fashion designer e music maker cosa vedi nel tuo futuro?
Non so cosa il futuro mi offrirà. So che sono diventato ciò che sono passando attraverso la moda, e l’arte. Sono alla fine diventato DJ per caso e mai e poi mai avrei pensato che traferendomi a Ny sarei diventato un DJ e che tutto ciò mi avrebbe portato questo successo. Non per sembrare arrogante, ma onestamente è una cosa che so di fare bene e meglio di molte persone, e mi fa stare bene pensare che devo ringraziare solo me stesso per essermi insegnato come farlo.
Credi quindi sia ancora valida la frase: “If I Can Make It There I’ll Make It Anywhere”?
Hmm...credo che ci sia del vero in questo, ma non credo che potrei farcela da nessun’altra parte se non qui. Credo che sia l’unico posto che mi si addica. Non credo potrei mai avere successo in Alaska né in nessun altro posto in Amerca. E fortunatamente non devo scoprilo, non ho intenzione di impacchettare e trasferirmi.
Com’è il sesso in una città come NY?
C’è molto sesso a NY, ma il sesso buono è raro. Credo che sia impossibile non finire a letto con qualcuno se ti metti sul mercato. Ma non posso garantire che sia fantastico.
Quindi in una città ricca d’infinite possibilità come NY credi che la monogamia sia qualcosa troppo difficile da mantenere?
Probabilmente. Ho molti amici che vivono felicemente una relazione monogama, anch’io ne ho avuto una per 5 anni, ma quando è finito tutto mi sono trovato a vivere dei rapporti altalenanti, forse sono difficile ma non ho più incontrato qualcuno con cui immagino me stesso al fianco per per il resto della mia vita. Forse accadrà ancora ma per ora sto bene così con l’essere single e nel cercare di raggiungere la felicità da solo.
E in una città che a volte è così cinica esiste il colpo di fulmine?
L’ho provato ed è stata per davvero quella connesione sguardo a sguardo. Ci siamo visti in una folla e mi ricorderò sempre il modo in cui mi fissava e come con un solo sbattito di palpebre mi sono detto che mi sarei innamorato pesantemente. Non siamo alla fine durati per sempre come coppia, ma è ancora una delle persone più importanti della mia vita e una parte di me proverà sempre un amore incondizionato.
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