martedì 15 aprile 2008

David Kawena - Interview


L’artista David Kawena ha venticinque anni e vive a Israele, le sue due grandi passioni sono Madonna e i cartoni animati tradizionali della Disney, due mondi apparentemente diversi ma catalagabili entrambi alla voce pop. Se la mano di David trasforma Madonna in un eroina dei cortoon, al contrario i principi delle fiabe assumono un aspetto più umano spesso carico di erotismo, scavalcando i confini che dividono il mondo materiale della popstar da quello fittizio dei cartoons.

Com’è essere un artista e vivere in Israele?
Una combinazione rara. Israele è un luogo meraviglioso, colmo d’energia e di forza con un forte contrasto tra il buio e la luce, la religione ed il sacrilego. La vita qui ti porta sempre a farti domande, a non prendere nulla per scontato. Vivere qui è una sfida che ti porta ad essere sempre più open minded e questo è un aspetto fondamentale per ogni artista. La scena artistica israeliana è cresciuta molto negli ultimi anni, abbiamo ottenuto riconoscimenti nel mondo, in particolare per il cinema, con la nomination agli Oscar per Beaufort, ed è meraviglioso. Molti giovani artisti israeliani stanno creando dei veri e propri capolavori, e spero che la nostra arte locale porti qui molti più turisti, così che possano apprezzare le meraviglie della nostra terra. Non avrei potuto chiedere un posto migliore per crescere come artista.

Quanto tempo dedichi alla tua arte? Come trascorri il resto del giorno?
La mia arte è con me ventiquattro ore al giorno sette giorni su sette. Anche quando non disegno, la mia anima riceve sempre messaggi e segni da tutto ciò che mi circonda, e quando accade cerco sempre di guardare avanti, in profondità, oltre i 5 sensi. Solitamente disegno quattro/sei ore al giorno, il resto del tempo ascolto musica, amo ballare, vado al cinema e a vedere mostre. Ultimamente sto studiando e leggendo molto, mi ritaglio anche del tempo per dedicami ad attività importanti per me, come i diritti umani, la difesa degli animali e dell’ambiente, perché credo che non si stia facendo abbastanza. Ogni 3 settimane circa torno in campagna dove sono cresciuto per rilassarmi e rallentare i ritmi. Faccio delle lunghe passeggiate, immergendomi nella natura, per apprezzare i veri regali che Dio ci ha regalato e che a volte ignoriamo. Cosa c’è di più bello che camminare tra i campi di girasoli con i propri amici e il proprio cane?

Quando hai iniziato a seguire Madonna? Che cosa rappresenta per te?
All’età di 6-7 anni c’era un solo canale alla TV israeliana e non aveva pubblicità. Di pomeriggio trasmettevano dei programmi per bambini che ero solito guardare e tra ogni show trasmettevano dei video musicali. Un video che trasmettevano ogni giorno era la performance di Holiday di Madonna tratta dal suo Blond Ambition Tour ‘90, mi piaceva ogni suo secondo ma avevo 6 anni e non m’interessava sapere chi fosse la cantante. Poi all’età di 12 anni ascoltavo un album che era di mia sorella intitolato Something To Remember, il mio inglese al tempo non era buono, così non potevo capire ogni testo, ma la voce di chi cantava aveva un tocco magico per me. Appresi che il suo nome era Madonna, andai in un negozio di dischi e chiesi di darmi il suo più bel disco, mi diedero The Immaculate Collection e con mia grande sorpresa la prima canzone del disco ero appunto Holiday quella che adoravo da piccolo, da quel momento in poi non ho più smesso di seguirla. Che cosa rappresenta Madonna per me oggi? La risposta potrebbe riempire l’intero giornale (ride), ma per renderla il più breve possibile Madonna é una vera fonte d’ispirazione. È la migliore nel suo genere, ogni sua creazione dai dischi, ai video, ai libri, ai film mi fa scoprire chi sono, e che tipo di persona voglio essere. Senza conoscermi lei mi ha insegnato a rispettare me stesso e ad essere migliore in ogni aspetto del mio essere. Il 99% dei miei lavori è stato creato con la sua musica come sottofondo. Rappresenta per me la più grande artista di tutti i tempi.

Usi rappresenti i personaggi maschili dei cartoni animati della Disney come dei modelli gay, da dove è nata quest’idea?
E’ divertente perché non ho mai pensato a loro come dei modelli gay, ma è vero che volevo renderli più appetibili all’audience gay. L’idea mi è venuta un giorno quando in internet ho visto che il web era pieno di disegni fatti dai fan delle principesse Disney, da quelli più naive a quelli x-rated, ma non c’erano disegni di personaggi maschili del mondo Disney. Sono così, se non riesco a trovare ciò che sto cercando allora lo creo io stesso. Certamente ha a che fare con il realizzare alcune fantasie, ma ciò che m’interessava maggiormente è rappresentarli più come personaggi immortali, offrendo rispetto ed omaggio ai loro creatori. Sì, sono carichi sessualmente, e molti possono essere visti come omoerotici, ma questa è la prima cosa che si nota, spero che guardando più in profondità la gente veda ciò che realmente c’è: il mio amore assoluto per quei personaggi e ciò che rappresentano per me.

Il tuo nome d’arte David Kawena è preso dal personaggio maschile del cartone animato della Disney Lilo and Stich, perché hai scelto proprio lui tra tutti gli altri personaggi?
Tutto è iniziato come un gioco tra me ed i miei amici che abbiamo iniziato a darci dei soprannomi tratti dai personaggi Disney che ci piacevano. Partendo dal fatto che il mio vero nome è David, “ David Kawena” mi calzava perfettamente, inoltre lui è anche uno dei miei personaggi Disney preferiti.

Se ti venisse offerta la possibilità, preferiresti fare la copertina del nuovo album di Madonna o un cartone animato della Disney?
Oh wow! Questà è davvero difficile! Il mio più grande sogno è che Madonna scriva e componga la musica per un cartone animato tradizionale della Disney, come hanno fatto Elton John e Phil Collins. Credo sia un artista adatta a fare un disco di questo tipo. Suppongo che questo sia il mio più grande sogno, vorrei far parte del team creativo di quel film, così sarei in grado di disegnare la copertina della colonna sonora che sarebbe anche quella dell’album di Madonna, così non dovrei scegliere.

Quanto tempo impieghi solitamente per creare uno dei tuoi disegni? Potresti illustrarmi brevemente il processo creativo e tecnico?
È differente per ogni pezzo. Alcuni hanno bisogno di 4 giorni altri invece di 4 ore. Disegno con qualsiasi tecnica, la limitazione non è mai un’opzione per me. Può essere olio, pastello, Photshop, qualsiasi cosa mi serva per creare la mia visione. Catturo la mia vita nei miei lavori, anche se la maggior parte non sembrano autobiografici al primo sguardo, ma ogni disegno che creo narra un certo aspetto della mia personalità e di cose che sento profondamente. Il mio processo creativo coinvolge stadi differenti, di solito ogni mio disegno inizia con un’idea, poi mi nuovo con le matite e gli schizzi, non è così semplice, perché a volte le cose sembrano tanto belle in testa, ma ricrearle sulla carta può essere rischioso. La parte finale è il colore, che può avvenire su tela o al computer anche se non l’ho mai visto come un sostituto della matita. In questi giorni sto facendo dei lavori fotografici e di foto-manipolazione, che è completamente diverso da ciò che ho mai fatto, creare qualcosa di nuovo da qualcosa che esite di già.

Credi nel: “ E vissero per sempre felici e contenti”?
Assolutamente sì. Non credo però sia così semplice. Le nostre anime stanno compiendo un viaggio di reincarnazione e cercano di diventare migliori ogni volta che vengono messe su questo pianeta. Una volta compiuto il nostro viaggio, raggiunto il nostro vero scopo e il nostro livello più alto, allora in quel momento proveremo il nostro “vissero per sempre felici e contenti”. Dobbiamo soltanto capire che tutto il bene è qui fuori per noi per riceverlo, e che dobbiamo dare prima di prenderlo.


http://davidkawena.deviantart.com/

giovedì 3 aprile 2008

martedì 18 marzo 2008

The Niro - Photography

OTTO Bruce LaBruce/Christophe Chemin - Interview


Otto; or, Up with Dead People

“Per favore, lasciate che mi presenti: sono un ragazzo poco in salute e leggermente ripugnante.' Con queste parole si descrive Otto, il protagonista del nuovo film horror-porno del regista cult queer Bruce LaBruce. Otto è tedesco, ha 18 anni, è molto carino e dark, con la sua maglia a righe e la felpa col cappuccio, stile Donnie Darko, sguardo da funerale, un freaky boy sexy, peccato sia uno zombie. Il regista Bruce LaBruce, noto film maker della scena queer underground per i suoi film tra i quali No Skin Off My Ass, Hustler White, Skin Gang e The Raspberry Reich, ora torna con l’invasione di zombie gay. Come in altri casi anche in Otto il regista usa la pornografia e la filtra attraverso temi crudi ed insoliti, tipici del cinema indipendente come il mezzo d’espressione e di critica della società, com’era precedentemente successo con uno dei suoi ultimi lavori The Raspberry Reich; infatti il corpo compromesso di Otto per il suo stato di non morto, nonostante sia ancora appetibile e giovane è una chiara interpretazione del vuoto, della solitudine e dell’abbandono scaturiti secondo il regista dalla nostra società dominata dal materialismo e dal consumismo. Come un perfetto outsider Otto non sa da dove viene né dove stia andando è un homeless che vaga senza una meta precisa. Dopo aver fatto autostop giunge a Berlino e trova casa in un parco giochi. Il suo look dark è simile a quello dei suoi coetanei, anche se i suoi sono appunto più sdruciti ed emetto un odore nauseabondo. Soffre di disturbi alimentari, infatti, a differenza di tutti gli altri zombi non predilige la carne umana, ma si nutre soltanto di carcasse d’animali che trova sui cigli della strada. Come un qualunque altro ragazzo della sua età, Otto sogna d’avere un futuro nel mondo dello spettacolo. Risponde così all’annuncio di Medea Yarn una registra underground, che vuole girare un film epico sugli zombi appunto “ Up with Dead People”. Otto è scritturato per il film e questa nuova situazione gli riporta alla mente ricordi precedenti alla sua morte, come il suo ex fidanzato Rudolf, che fa in modo d’incontrarlo, ma con risultati devastanti. Il regista ci racconta del suo primo horror movie malinconico:

Com’è nata l’idea del film?
Bruce LaBruce: Nell’ultimo periodo ho avuto a che fare con ragazzini intorno ai vent’anni, che mi dicevano che erano morti o che si sentivano come se fossero morti, anche Il mio ex, Shia Muslin, continuava a dirmelo. Ho iniziato così a pensare che fosse giunto il momento di fare un film sui morti viventi.

Questo è il tuo primo film horror, ma ricordo che hai fatto una serie di foto in passato col sangue. Cos’è che ti affascina nel sangue?
Bruce: È come quando a Dario Argento è stato chiesto perché gli piaceva uccidere le donne nei suoi film: perché muoiono meravigliosamente. Il sangue è molto grafico. Sembra un quadro, Mi piace quando sembra più un fattore artistico che realistico.

È stata la quarta volta che hai partecipato al Sundance Film Festival, eri nervoso? Cos’è la cosa che ti piace maggiormente nel parteciparvi?
Bruce: No. Non ero nervoso. La cosa più bella del partecipare al Sundance è nel cazzeggiare davanti al camino nel tuo chalet, nel fumarti una canna, seduto nella Jacuzzi all’aperto e guardare la luna piena. Al Sundance puoi ignorare tutte quelle chiacchiere e i gossip e rilassarti se preferisci.

Quali film ti hanno ispirato per Otto?
Bruce: Mi hanno ovviamente ispirato i film degli zombi di Romero in particolare L’Alba dei Morti Viventi, che credo sia geniale e profetico in molti aspetti e anche il suo film Martin. Tra gli altri film horror del passato cito Night Tide di Curtis Harrington e Carnival of Souls di Herk Harvey dove il protagonista di questi film poteva, come non poteva essere una creatura mostruosa. Così ho fatto lo stesso con Otto.

È vero che c’è un messaggio politico nel film?
Bruce: Il personaggio di Medea, regista lesbica che sta girando un il film politico e porno sugli zombi Up with Dead People, parla ostentatamente delle sue visioni politiche. Inoltre il film indirizza l’onofobia e la violenza contro i gays/zombi, suppongo che anche questo sia politico.

Per Otto hai collaborato con artisti quali Dr. Wunder e Christophe Chemin, com’è stato lavorare con loro?
Bruce: Fantastico. Sono entrambi degli illustratori di talento. Dr. Wunder ha creato dei sorprendenti storyboard e Christophe ha fatto alcune meravigliose illustrazioni di Otto che sono state usate nel film, ed inoltre recita la parte di Max.

Credi ne farai degli altri di questo genere?
Bruce: Mi sono divertito molto e credo che prenderò in considerazione il fatto di girarne altri, forse qualcosa sulla linea del film Repulsion di Roman Polanski.

Tra gli attori del film troviamo Marcel Schlutt e Josh Ford due tra gli attori più quotati della New Porno Generation e l’artista Christophe Chemin che oltre ad aver recitato ha anche disegnato il poster del film.

Come sei finito a recitare in Otto?
Christophe Chemin :Bruce è un caro amico. Parecchio tempo fa sono stato coinvolto al progetto, non ricordo precisamente quando. In principio dovevo soltanto fare alcuni disegni che sarebbero finiti direttamente nel film ed uno è diventato la locandina di Otto. Bruce mi ha anche chiesto di recitare nel film, offrendomi la parte di un personaggio silenzioso. È stato un regalo meraviglioso.

Di che ruolo si tratta precisamente?
Christophe: E’ un ruolo abbastanza astratto. Il mio personaggio si chiama Maximilian è uno degli attori che partecipano al film che sta girando il personaggio di Medea Yarn. Posso dirti che muoio molte volte in modi differenti. Come ti dicevo il mio personaggio non dice nessuna parola, quando Bruce me l’ha proposto ho trovato il fatto molto interessante. L’ho presa come una sfida. Recito anche una scena che è particolarmente divertente, dove io e il mio fidanzato zombi, facciamo colazione.

Com’e stato essere diretto da Bruce LaBruce?
Christophe: Oh, è molto bello. Bruce è un vero gentlemen. Non mi ha mai forzato a fare nulla. Qualcuno dice che bruce sia una vera diva quando gira un film, ma ciò non è assolutamente vero. Ho dovuto fare scene che erano abbastanza difficili, fisicamente ed anche mentalmente, ma non ho avuto alcun problema. Bruce lo sa, mi può chiedere di fare qualsiasi cosa, perché mi fido di lui come persona, come amico e come artista.

Ho sempre creduto che girare un film horror fosse divertente è così?
Christophe: Girare il film in se stesso è molto divertente, anche se alla fine Otto non è per nulla un film horror, Il personaggio di Otto in se stesso potrebbe essere come non essere uno zombie, è molto sentimentale. È più un film malinconico. Questa è anche una delle cose che mi piacciono di più di questo film che non è per nulla ciò che la gente crede che sia.

Sei un artista, un fotografo ed anche un attore, cosa preferisci essere?
Christophe: Mi piace fare più cose possibili. Onestamente di tutte le cose che faccio non ce n’è una che preferisco. Mi piace passare da una cosa all’altra, è avvincente, sempre nuovo e mi fa sentire libero. Le collaborazioni sono fondamentali, è come aprire un’altra porta.

La colonna sonora del film è ricca di alcuni nomi della scena alternative, come CocoRosie, Antony & the Johnsons e No Bra che aiutano a rendere il film Otto un perfetto melancholy gay zombie movie. Il film è stato molto apprezzato oltre che dal panorama alternativo musicale anche da quello artistico, anche l’artista americano Brian Kenny amico del regista ha eseguito alcuni disegni ispirati al film Otto, che da noi in Italia, sarà mostrato in anteprima a Torino al prossimo al 23° GBLT film festival “Da Sodomia a Hollywood” dal 17 al 25 Aprile 2008