Christopher Sousa ha origini americano-portoghesi. Nei suoi quadri si scorgono influenze da Lucien Freud, Jenny Saville, Paul Cadmus, JC Leyendecker e Euan Uglow. Nato a River Fall, nel 1968, a parte un rapido periodo di lavoro a Los Angeles, ha sempre vissuto nel Massachusetts. Dopo essersi trasferito a Provincetown inizia a dipingere creandosi una dignitosa reputazione come artista locale. Onestà e mistero sono elementi chiave nelle sue opere, che sembrano così sincere, così senza paura e a disposizione dello spettatore. Un risveglio intrigante, inaspettato, e convincente della complessità che certe volte si cela, ė ciò che appare ai nostri occhi come qualcosa di semplice.
Le tue origini sono americano/portoghesi, mi racconti qualcosa di questo particolare background?
Sono per metà portoghese e per metà italiano, il tipico cane bastardo americano. Non so se il mio patrimonio etnico ha davvero formato ciò che sono diventato. Sono cresciuto in una parte del paese ricca di un miscuglio di etnie, quindi la nazionalità non è qualcosa a cui ho penso molto nella mia vita.
So che ti sei stabilito a Provincetown. Anni fa lessi Land's End: A Walk in Provincetown di Michael Cunningham e da quello che ricordo la descriveva come un posto fantastico, cosa ti piace di più di Provincetown?
É un posto veramente pazzesco e interessante. L'estate a Provincetown è come una festa senza fine. Tuttavia, credo che il mio periodo preferito di questo posto siano l'autunno e l'inverno, quando i turisti sono andati tutti via e Provincetown diventa ancora una volta un tranquillo villaggio del New England, desolato e nebbioso ed a volte un po' inquietante. Questo è quello che mi piace, la solitudine e l'isolamento che la città offre, l'estate qui può essere divertente, ma è così frenetica e caotica che a volte mi riesce difficile rilassarmi. Nelle altre stagioni, posso respirare e creare.
Quando e come hai iniziato a fare arte? Hai mai pensato a perché dipingi?
Ho sempre disegnato e dipinto fin da quando ero un bambino, é una cosa che ho sempre fatto. Non so perché ma mi trovo costretto a dipingere, penso solo che voglio documentare quello che vedo, le cose che mi interessano e che trovo bellissime. Vorrei lasciare un segno, siamo su questa terra per un tempo così breve, che vorrei fare qualcosa di sostanziale fintanto che sono qui e lasciare una parte di me che rimarrà anche dopo la mia scomparsa. Non voglio necessariamente essere ricordato, ma l'idea che qualcosa che ho creato possa essere apprezzato o contemplato anni dopo che me ne sono andato mi affascina.
Mi piace la composizione dei tuoi ritratti sono pieni di oggetti, é come se tu desiderassi creare un ambiente specifico ad ogni quadro, come funziona? É una cosa che nasce spontaneamente o prepari tutto prima?
Ho quasi sempre oggetti specifici che voglio utilizzare per trasmettere un certo pensiero o sentimento. Mi piace che i miei quadri appaiano allestiti e formali. Solitamente faccio un paio di schizzi preliminari buttando su carta alcune idee approssimative che ho in testa, ma poi una volta che il modello arriva, le cose cominciano ad accadere sempre organicamente. Generalmente mi piace far posare le persone in un modo volutamente rigido e scomodo, ma a volte mi trovo davanti un modello che si mette da solo in una posizione naturale, bella, che risulta elegante ogni volta che si muove e quando questo accade sono molto stimolato. Mi é spesso capitato di iniziare una composizione con delle idee prestabilite che poi alla fine non ho utilizzato lasciando che le cose accadessero naturalmente. Alcuni modelli sono molto intuitivi, é come se capissero esattamente quello che sto cercando.
Dove trovi quindi gli oggetti di posa per ogni quadro? Te lo chiedo perché alcuni di loro sono veramente specifici e perfetti per quella particolare situazione che stavi ritraendo...
Cerco tra i mercatini delle pulci. Sono sempre alla ricerca di abiti vintage interessanti e di oggetti di scena. Qualche volta ho cercato un oggetto specifico ed ho perlustrato ebay e internet alla sua disperata ricerca.
Come scegli i modelli per i tuoi quadri ?
Sembra che l'attuale tendenza nell'arte raffigurativa maschile siano modelli a mio avviso un po' troppo stereotipati con tatuaggi, muscoli, barba, etc. questo non è un aspetto particolarmente attraente per me. Sono sempre stato attratto da un altro lato dell'immagine maschile. Mi piacciono i ragazzi magri, con i capelli lunghi, con le caratteristiche scomode. Sono di solito attratto da ragazzi di cui nessuno si accorge. Credo che nei miei quadri cerco di far vedere quello che trovo bellissimo, preferisco dipingere un ragazzo magro, un ragazzo impacciato con le grandi orecchie, che il tradizionale bello muscoloso, macho e super maschio.
Hai delle aspettative di come le persone possono reagire alla tua arte o semplicemente segui il tuo istinto?
Cerco di non pensare molto a come le persone reagiscono al mio lavoro. Se lo fai cominci a fare supposizioni inutili allontanandoti da te stesso pur di compiacere gli altri. Penso che se si inizia a dipingere ciò che si pensa le persone vogliono o si aspettino da te, il rischio è quello di perdere la propria anima e ci sarà una mancanza di sincerità evidente nel tuo lavoro. Penso che si debba seguire il proprio istinto non preoccupandosi di come la gente possa reagire.
Quando la figura maschile è diventata il fulcro dei tuoi lavori?
Non sono mai stato interessato a dipingere qualcosa di diverso dal corpo umano. Fin da bambino tutto quello che ho mai disegnato erano persone, maschi e femmine. La figura maschile rappresenta specificamente il desiderio, la lussuria e l'invidia, che rappresentano dei sentimenti importanti per me. In un certo senso credo che la maggior parte dei miei quadri siano un po' autobiografici, così la figura maschile è di solito rappresentativa in qualche modo dell'estensione di me stesso.
In alcuni dei tuoi quadri ci sono come background altri quadri, ma se li osservi attentamente è come se fossero dipinti da un'altra mano, come mai hai deciso di utilizzare uno stile diverso?
Penso che sia interessante che tu l'abbia riconosciuto come il lavoro di un'altra persona. I dipinti che si vedono sullo sfondo in realtà non sono miei, sono i lavori di uno dei miei compagni di studio. Ho cominciato occasionalmente ad incorporali nei miei lavori circa un anno fa, gli ho chiesto il permesso chiedendogli se gli faceva piacere. Dice che gli piacciono.
Quanto tempo ci vuole per completare un tuo dipinto? Quando decidi che è concluso e che non necessita di un ulteriore pennellata?
Dipende, spesso ci lotto per settimane, addirittura per mesi. Altre volte fluisce senza sforzo e termina in un paio di giorni. Devo sempre fare uno sforzo cosciente, un passo indietro e considerare se il quadro è davvero in fase di completamento per garantire che io non lo sovraccarichi. Ho bisogno di stare con il quadro e di concentrarmi, a volte mi aiuta non guardarlo per qualche giorno, girare la tela verso il muro. In questo modo ottengo una nuova prospettiva.
Nel tuo processo creativo che importanza ha la musica? Cosa trovi più stimolante in questo momento e c'è un evergreen che suoni spesso?
La musica è in realtà molto importante per me. Sono sempre stato un grande fan della musica, la trovo incredibilmente stimolante per la mia creatività. In questo momento sono totalmente ossessionato da King Krule e le Savages. Amo anche i Best Coast, penso che Bethany Cosentino sia un genio. Ci sono poi alcuni favoriti di sempre come Patti Smith, Television, Courtney Love e Suicide. Potrei spendere ore solo elencandoti la mia musica preferita.
Dove pensi che i tuoi quadri si adattino meglio in casa di qualcuno? Livingrooom, camera da letto o sopra il camino?
Domanda interessante...Questo è qualcosa che non ho mai veramente preso in considerazione. Immagino che dipenda dal singolo individuo. Non ho nessuno dei miei quadri in casa. Per lo più colleziono fotografie.
Ciò che mi piace di più nei tuoi quadri è la sensazione che a volte provo chiedendomi cosa stesse accadendo in quel momento, o chi sia quel ragazzo ritratto, quali segreti nasconda e perché è vestito in quel modo e la mia mente inizia ad immaginare... ha senso?
Sì ha senso. Questo è esattamente il tipo di reazione che apprezzo. Mi piace che le persone si facciano domande, mi piace che i miei quadri creino una sensazione curiosa. Solitamente c'é una vaga narrazione che porta le persone a farsi domande. Vorrei che i miei quadri creino una sensazione curiosa, una sorta di narrazione vaga e leggermente opaca.
Com'é per un artista quando vede uno dei suoi quadri venduto? É come dar via un pezzo di se stesso o il fatto di averci lavorato sopra per mesi il momento della vendita é vissuto come una liberazione?
Onestamente, con pochissime eccezioni, solitamente sono contento di separarmene. Dipingere per me è come esorcizzare un demone, faccio fatica e lavoro fino a quando ho raggiunto il mio obiettivo con quel quadro e una volta che l'ho raggiunto, non lo voglio più vedere.
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