TM Davy, col suo stile classico e con ottima estetica, crea dipinti che raffigurano momenti magici di intimità privata, quotidiana e segreta. Alla luce del suo recente matrimonio, esplora l'idea dell’eternità e della tradizione classica matrimoniale. Da qui, il titolo della sua recente mostra, terminata a Berlino; Epithalamium. Il nome si riferisce ad una forma di poesia, scritta per una sposa in cammino verso la stanza nuziale. Alla prima impressione, il lavoro è disarmante ed invadente, essendo i dipinti profondamente personali è come se ci venisse aperta la porta della camera da letto o della privacy di TM facendo in modo che il voyeurismo diventi centrale nella fruizione di questi quadri, che interrogano, provocano e complicano in modo onesto il nostro linguaggio visivo esistenziale.
I dipinti di Epithalamium sono stati tutti realizzati nell’ultimo anno, fino alla mostra all’Exile di Berlino. Principalmente li ho fatti durante l'estate quando mio marito, Liam, era libero di sedersi per me quasi tutti i giorni. Penso che siano una sorta di raccolta di quel tempo trascorso e della nostra relazione. Trattengono molto di quello che ho provato e pensato durante quest’anno ormai concluso.
Solitamente l’epitalamo è una poesia scritta per la sposa, come mai hai deciso di chiamare questa mostra con questo nome?
Quest’anno sono stato una sposa o una sposa-sposo, con Liam ci siamo sposati all’inizio dell’estate e durante quei mesi ho pensato molto seriamente all’amore e al concetto di matrimonio. Credo che il genere sposa/sposo sia qualcosa con cui volevo giocare, anche se credo che non si debbano assumere ruoli. Sono molto più interessato all’anima/animo all’interno delle identità assunte. Il primo quadro che ho creato quando abbiamo deciso di sposarci era un autoritratto col velo da sposa. Quel quadro non è stato esposto a Berlino, ma è con lui che ho iniziato i miei grandi pensieri sulla tradizione del matrimonio, su dove ne avrei potuto tirare fuori qualcosa di significativo, e dove la tradizione avrebbe potuto provocare qualcosa in me. Nessuno di noi era interessato all'idea di essere semplicemente tradizionali, così, come accade per gran parte del mio lavoro, abbiamo abbracciato e contemporaneamente rifiutato le tradizioni matrimoniali, abbiamo cercato attraverso varie storie di vedere se ci fossero stati dei punti di partenza che avrebbero potuto echeggiare. Abbiamo voluto essere fedeli all'idea che l'amore omosessuale non è improvvisamente più reale, perché il nostro stato lo permette, volevamo rendere omaggio a tutti i grandi amori che ci hanno preceduto, nonostante la legge. Parte di questa ricerca ci ha portato a Saffo, la poetessa della Grecia antica famosa per i suoi epitalami e la sua omosessualità. Mi sono innamorato delle sue poesie, sentivo che c'era un dialogo tra le mie idee e i suoi frammenti pittorici antichi e misteriosi. L'entusiasmo del suo lavoro nel testimoniare l'unione sessuale degli sposi ha convinto il mio istinto a creare il quadro il "missionario" e il "marito nudo". Volevo vedere se potevo dare a quei soggetti una maggiore risonanza esistenziale, e rendere le sue poesie visive, offrendoli al fantasma di Saffo.
Quindi leggi molte poesie? Che libri hai letto di recente?
Ovviamente. Sono stato piuttosto ossessionato da Saffo, in particolare la traduzione di Ann Carson di If Not Winter. Ho anche provato a musicare mettere alcuni degli epitalami di Saffo in canzoni all'interno di una scala Misolidia, che potrebbe essere stata anch’essa un'invenzione della poetessa greca. Leggo un sacco di poesie. Penso che abbiano spesso un modo di stimolare il presente con strani e meravigliosi fantasmi. Non leggo solo Gertrude Stein o Frank O'Hara. Le ho lette, ed ora sono in qualche modo parte di me. Posso leggere la versione di ogni poesia di Walt Whitman, lo adoro. Leaves of Grass è una sorta di opera profetica in molti modi, e l'America si trova in un punto in cui credo che il suo spirito sia estremamente importante per il discorso contemporaneo.
Amo profondamente i tuoi quadri, sono tranquilli e personali, mostrano così tanto della tua vita. Come vivi i dipinti, come un atto liberatorio, un modo per mostrare te stesso o come un bisogno?
Ti ringrazio. Non so bene cosa sia esattamente quel bisogno, ma certamente esiste. C'è qualcosa nel dipingere che permette il trasferimento e l’invocazione di un enorme sentimento, verso o intorno ad una persona, un'idea e un’esperienza. Ho sempre trovato tutto ciò tremendamente eccitante. Amo la storia dell'arte per questo motivo. Si tratta di un aldilà dell'esperienza umana. Allo stesso tempo, sento che la profondità della mia esperienza nella vita non sia ancora in un quadro o in una rappresentazione. Credo quindi che ci possa essere un bisogno di dare al mistero, all'amore e all’intimità che sono centrali nel mio mondo, un posto pittorico nella vita dopo la morte. Sicuramente c'è qualcosa di liberatorio.
Sei un artista che è in grado di rivelare molto di se stesso nelle proprie creazioni, ma come sei come persona, timido? Solitamente coloro che sono timidi riescono ad aprirsi maggiormente in ciò che creano, è così anche per te?
Non credo di essere timido, ma sono certamente molto introspettivo. Il leone che c’è in me esce sicuramente per i miei inseguimenti creativi. C’è stato un periodo, all’età di venti anni circa, dove ho sofferto di terribili attacchi d’ansia sociale, ma è da quando a New York sono diventato amico di persone dolci, creative ed estreme, è molto più semplice per me aprirmi rispetto un tempo.
Hai mai avuto paura che il comunicare così apertamente i tuoi sentimenti potesse essere fonte d’incomprensioni?
Sempre in ogni quadro o disegno che creo.
Esposizione, voyeurismo e nudità sono alcuni dei temi dei tuoi dipinti. Cosa vorresti dire a riguardo?
Penso che il voyeurismo nel mio lavoro sia una sorta di risposta secondaria o contestuale all’intimità che trasmetto. Nelle opere più recenti, l'intenzione è quella di rappresentare qualcosa di molto personale e la nudità ne é spesso parte. Questo spazio può dare allo spettatore la sensazione di essere un voyeur. Penso che ci sia anche qualcosa nel lavoro che permette di entrare in relazione con il soggetto, una volta che quella sensazione d’intrusione è superata. M’interessa quella tensione, la preferisco ad un lavoro facile e passivo. L’esperienza intima non è mai facile o passiva.
Dove trai ispirazione per le tue opere?
Le idee per i miei lavori sono una sorta di archetipi di momenti che tendono a ripetersi più e più volte, sia nella mia memoria che nella realtà della mia quotidianità. Se accadono, allora so che possono essere contenuti fino al rallentamento del tempo nella pittura, dando quella sensazione che l'immagine esista al di fuori del tempo.
Di solito quanto tempo impieghi a finire uno dei tuoi quadri?
Non lo so. Davvero. La gente me lo chiede spesso, ma è difficile dirlo con esattezza, a volte giorni, a volte settimane o mesi. A volte c'è una lotta, a volte non c’è. Sono costantemente al lavoro, e non ho il senso del tempo.
Hai bisogno di lavorare in un determinato ambiente?
Lavoro dove vivo, e penso che sia diventato abbastanza importante per me. Mi piace come il tempo trascorso a dipingere la mia vita sia entrato in loop con la mia vita reale. In un certo senso sono completamente inseparabili. Posso fare un quadro onesto quando sono in viaggio per motivi onesti, ma andare da qualche parte con la seria intenzione di fare arte lo vedo come qualcosa di completamente ipocrita.
Mi parli del processo pittorico e delle tecniche? Dipingi utilizzando la memoria, fai una copia dal vero o utilizzi delle fotografie?
Dipingo traendo dalla vita, dalla memoria, e a volte utilizzo fotografie, anche se non ho mai contato troppo su loro. Davvero, ogni dipinto è una combinazione tra osservazione ed impressione, attraverso un ricordo o un sentimento con un'intuizione costruttiva, poi aggiungendo ciò che si coglie attraverso il tempo trascorso osservando il reale. Le foto non seguono la reattività dell’osservare, né consentono scoperte attraverso il tempo, ma possono aiutare a ricordare alcuni elementi la cui impronta è più lunga della durata dell'azione. Il mio gatto è molto pigro, così è il modello perfetto per la maggior parte delle opere, ma a volte un gesto di una zampa è difficile da ricordare. Così, foto e memoria possono funzionare insieme. A questa domanda è davvero quasi impossibile rispondere, dovrei chiederti di passare una settimana nel mio studio. Il processo cambia tutte le volte.
Ricordi il momento in cui hai deciso che la pittura sarebbe stata la strada che avresti voluto percorrere?
Non lo so. Ho un primo ricordo della scuola materna, avevo tre anni e mezzo e la bambina che mi sedeva accanto mi ha mostrato come disegnare un albero. Per qualche motivo, devo essermi sentito sopraffatto dal grande compito e i suoi alberi sembravano abbastanza belli, ma poi ricordo che una volta tornato a casa guardando un albero vero, ho provato un forte sentimento di tradimento verso la bambina che mi aveva ingannato. L'albero reale era molto più interessante del disegno. Quella sensazione, bloccata in me, si è ripetuta molte volte, avanti e indietro nell’essere selvaggiamente colpito da un'opera d'arte, e poi scoprire che osservarla attraverso la mia esperienza la rendeva ancora più ricca. Caravaggio era la mia ossessione adolescenziale, ma i giovani erano ancora più belli nella vita reale che nei suoi dipinti. Così, sono diventato molto bravo a disegnare alberi e giovani uomini.
Chi è il tuo spettatore ideale?
Mi piace la risposta che ha dato Felix Gonzales Torres ad una domanda simile a questa, chiesta da Rob Storr. "Il pubblico è stato Ross. Il resto della gente era appena uscita dal lavoro". Provo lo stesso. Forse, è come se stessi davvero facendo questo lavoro solo per me e Liam, e forse per una cerchia di amici intimi. Quando Liam pensa che il mio lavoro sia buono, c'è qualcosa che altre persone riescono a cogliere. Cerco di abbassare la guardia il più possibile, così mentre a volte considero la miriade di modi in cui il mio lavoro può essere percepito, cerco di preoccuparmi di esprimere sincerità. Mi auguro che lo spettatore sia in grado di capire, come il gesto sincero sia anche un modo per provocare anche un discorso contemporaneo. Mi piace come è totalmente uncool un gesto. Non m’interessano i meccanismi di difesa.
C'è omosessualià in gran parte del tuo lavoro, me ne parli?
Penso che l'idea di un lavoro che viene classificato come erotico, e poi ulteriormente classificato come omo-erotico, sia un modo di separarlo da un discorso artistico più centrale. Mi piace evidenziare l'ovvio, cioè temi erotici che sono centrali per l'esperienza umana e possono portare ad una maggiore complessità di questa esperienza. Molte persone si sentono a disagio quando si parla chiaramente di certe tematiche, ma è così.
Come mi hai detto ritrai spesso tuo marito come modello, chi sono gli altri soggetti?
Sì, dipingo mio marito, il nostro gatto, le nostre piante, ed altri vari oggetti domestici che per me hanno significato, oltre ad una cerchia di buoni amici. Ci sono molti di loro che non ho ancora dipinto e che vorrei. Tutti loro sono persone creative che amo.
Ed ami anche il tuo gatto...
Amo il mio gatto, Wyeth. La chiamiamo Wy Wy, perché sembra avere tutte le risposte. Amo le vecchie storie sui fantasmi e Wyeth sembra esserne uno. Nel Levitico, i gay e i fantasmi dovrebbero essere messi a morte. In un’altra epoca, saremmo stati tutti condannati.
Come descriveresti la tua visione del mondo al momento?
Non c’è abbastanza spazio in questa intervista per descrivere la mia visione del mondo in questo momento. In breve, credo che gli Stati Uniti abbiano da tempo consegnato la loro democrazia nelle mani di un’oligarchia societaria affamata di profitti e bellicosa. Credo che ciò sia accaduto in tutto il mondo, con innumerevoli effetti negativi. Credo che la gente se ne stia finalmente rendendo conto. Per quale motivo dipendiamo dal petrolio ? Perché se l’energia solare venisse solidamente introdotta in un modo più rivoluzionario, non ci sarebbe carenza di forniture e l’elite delle multinazionali non potrebbe quindi controllare e beneficiare enormemente della richiesta e delle perdite della gente. La moltitudine può impegnarsi per cambiare tutto ciò. La moltitudine deve esigere che si smetta di spendere soldi per i meccanismi della guerra, impiegando invece quella ricchezza per i meccanismi della pace : tecnologia dell’energia sostenibile, istruzione e assistenza sanitaria in tutto il mondo. Le organizzazioni religiose che controllano le scuole in Sudafrica ma che rifiutano di istruire i ragazzi sul sesso sicuro, che permettono che l’omosessualità sia criminalizzata favorendo così l’isolamento dei gay mentre l’AIDS dilaga, devono sapere che ciò è sbagliato. Mandiamo loro del denaro continuamente. La canapa ad uso curativo è ancora illegale in questo paese e ciò è estremamente frustrante. Molti vecchi maestri hanno dipinto su tele di canapa (« canvas », ossia canovaccio deriva dalla parola « cannabis ») perché è più resistente del cotone. L’unica discreta fornitura di tele di canapa che sono riuscito a trovare è in Cina. Crediamo ancora di essere la patria della libertà. Mi piacerebbe tantissimo che un fashion designer sfrontato e pensante facesse dei vestiti dalla canapa… vestiti che non reclamizzino con alcun logo le foglie di marijuana. Ho pensato di farlo io. Indosserei quei vestiti fino a quando l’abuso di pesticidi e lo spreco di acqua dell’industria del cotone non sarebbe una cosa del passato. Ok, sul serio, non farmi iniziare… credo che abbiamo bisogno di più democrazia, meno oligarchia, più umanità, nessuna guerra.
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